Con questo articolo di Carlo Bolpin iniziamo la pubblicazione di una serie di interventi dedicata a "Testimoni di Pace" per comprendere e attualizzare il loro pensiero sulla pace e la nonviolenza.
A prova del fatto che, da convinta pacifista, Simone Weil (Parigi, 3 febbraio 1909 – Ashford, 24 agosto 1943) sarebbe passata a una legittimazione di fatto della guerra, vengono talora segnalati due “fatti”: la sua adesione alla guerra di Spagna nel 1936 e, in seguito, la risoluta volontà di partecipare alla resistenza contro il nazismo tra le fila di France libre. Per sostenere questa opinione ci si serve di alcune citazioni che, isolate dal contesto, sembrerebbero dare conferma a questa contraddizione. Ipotesi legittima, tuttavia…
Discorso di papa Francesco, Udienza generale del 28 agosto 2024.
Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi rimando la consueta catechesi e desidero fermarmi con voi a pensare alle persone che – anche in questo momento – stanno attraversando mari e deserti per raggiungere una terra dove vivere in pace e sicurezza.
Mare e deserto: queste due parole ritornano in tante testimonianze che ricevo, sia da parte di migranti, sia da persone che si impegnano per soccorrerli. E quando dico “mare”, nel contesto delle migrazioni, intendo anche oceano, lago, fiume, tutte le masse d’acqua insidiose che tanti fratelli e sorelle in ogni parte del mondo sono costretti ad attraversare per raggiungere la loro meta. E “deserto” non è solo quello di sabbia e dune, o quello roccioso, ma sono pure tutti quei territori impervi e pericolosi, come le foreste, le giungle, le steppe dove i migranti camminano da soli, abbandonati a sé stessi. Migranti, mare e deserto.
di Maurizio Ambrosini, in "Avvenire" 20 agosto 2024
Ci sono naufraghi e naufraghi. Non sorprende l’emozione suscitata e la grande mobilitazione per trarre in salvo le persone (occidentali e benestanti) coinvolte nel naufragio del mega-yacht Bayesian, nave a vela di 56 metri di lunghezza, al largo di Porticello, 20 chilometri da Palermo. C’è trepidazione per i sei dispersi, tra cui il tycoon tecnologico Mike Lynch, il Bill Gates britannico, mentre i quindici salvati sono stati immediatamente condotti al pronto soccorso di Termini Imerese. Sempre in mare si dovrebbe agire così, sempre si dovrebbe palpitare per la sorte dei naufraghi, sempre bisognerebbe ricoverare a terra gli scampati il più presto possibile.
Il 22 e 23 settembre 2024, in apertura dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite (NU), i capi di stato e di governo si riuniranno nel palazzo dell’Onu a New York per il “Summit del Futuro” che adotterà il “Patto per il Futuro”, un “Global Digital Compact” e una “Dichiarazione sulle future generazioni”.
In vista del Summit del Futuro, la Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace, il Centro di Ateneo per i Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova e la Cattedra Unesco “Diritti Umani, Democrazia e Pace” dell’Università di Padova hanno inviato al Governo Italiano alcune proposte concrete da portare a New York.
di Maurizio Ambrosini in "Avvenire" 8 luglio 2024
La cinquantesima Settimana sociale ha cambiato intestazione: non più “dei cattolici italiani”, ma “dei cattolici in Italia”. Non si tratta di un cambiamento nominalistico: significa riconoscere che la popolazione che vive nel Paese non è composta soltanto di cittadini italiani, ma di un’umanità multietnica, con circa 5,3 milioni di residenti stranieri, e sempre più mescolata, per via di matrimoni misti, naturalizzazioni, nuove generazioni che crescono in Italia (872.000 studenti nelle scuole). Anche la Chiesa cattolica in Italia ha assunto un profilo sociografico più articolato e meno prevedibile: non solo per la presenza di religiose, religiosi e preti che arrivano da lontano, ma anche di una componente sempre più radicata di cattolici con origini immigrate, stimati in circa 830.000 (dossier Idos 2023).
di Carlo Bolpin
Tanti con competenza parlano e parleranno di Paolo Ricca, della ricchezza e della profondità dei suoi studi e della sua predicazione, maestro di vita nella fede.
È molto difficile per me parlare ora di Paolo Ricca al passato, in realtà continuo a parlare con lui, a sentire la sua voce sorridente gentile mite, come ho fatto con riconoscenza anche nelle ultime volte quando dall’ospedale lui si è preoccupato di chiamare per dirmi che sarebbe stato difficile per lui venire all’incontro che stavamo organizzando a novembre. Sempre pronto a rispondere alle richieste di consigli, di indicazioni, di scrivere un articolo o di venire a parlare in una piccola parrocchia della provincia veneziana, che lui riusciva a far diventare un colloquio aperto con persone appassionate delle sue parole. La sua capacità di chiarezza teorica era sempre intrecciata alle esperienze della vita personale, anche più intime, con una reciproca illuminazione. Sembrava parlasse a ciascuno e, come è stato scritto, al cuore di ciascuno.
Meglio lasciar parlare Paolo stesso, con l’ultimo articolo scritto per Esodo sulla fede.
Secondo rapporto sulla situazione e i bisogni delle persone migranti in arrivo dalla rotta balcanica a Trieste.
Il presente Rapporto segue quello pubblicato nell’anno 2023 con il titolo “Vite abbandonate. Rapporto sulla situazione e i bisogni delle persone migranti in arrivo dalla rotta balcanica a Trieste nel 2022”. È stato redatto dalla stessa Rete solidale che unisce le forze di associazioni che a Trieste operano sui temi dell’accoglienza, della tutela legale e dell’assistenza umanitaria a persone migranti che arrivano nella città dalla rotta balcanica.
L’attività della Rete era già stata avviata nel 2021, si è rinforzata nel corso del 2022 ed è poi proseguita consolidandosi nel 2023. Ciò ha permesso di attuare un monitoraggio costante e quotidiano della situazione con una collegata attività di supporto e assistenza gestita interamente dagli autori del presente Rapporto con il sostegno crescente della società civile.
di
di Andrea Grillo, in “Come se non” - http://www.cittadellaeditrice.com/munera/ - del 13 giugno 2024
La luce del recente documento Dignitas infinita illumina la questione della guerra in una forma nuova. Prima di tutto leggiamo qui di seguito il testo dei nn. 38-39, con alcune evidenziature. Va detto che la prospettiva del documento è quella della “negazione della dignità infinita”, che nella guerra trova, ahinoi, uno dei suoi luoghi classici. Ecco i due paragrafi dedicati al tema:
38. Un’altra tragedia che nega la dignità umana è la guerra, oggi come in ogni tempo: «guerre, attentati, persecuzioni per motivi razziali e religiosi, e tanti soprusi contro la dignità umana […] vanno “moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una ‘terza guerra mondiale a pezzi’”». Con la sua scia di distruzione e dolore, la guerra attacca la dignità umana a breve e a lungo termine: «pur riaffermando il diritto inalienabile alla legittima difesa, nonché la responsabilità di proteggere coloro la cui esistenza è minacciata, dobbiamo ammettere che la guerra è sempre una “sconfitta dell’umanità”.
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