di Sandro Bergantin
Guglielmo Minervini ricordava in un opuscolo delle edizioni La Meridiana del 1995, che don Tonino era solito attingere immagini e metafore per semplificare e impreziosire anche le strutture concettuali più complesse a quel giacimento di sapienza ebraica che sono I racconti dei Chassidim di Martin Buber: la parola del profeta è libera come lo spirito. Ho più volte pensato in questi anni che ci separano dalla morte di don Tonino (20 aprile 1993), che cosa avrebbe detto oggi nei confronti degli avvenimenti tragici che minacciano la pace, di fronte alla mancanza di empatia e alla corsa verso una anestesia generale mentre è in atto un genocidio di intollerabile violenza. Certo, molte cose sono cambiate. Ma se ricordiamo le sue parole e le ascoltiamo leggendo i giornali o vedendo le tv, balza subito una straordinaria attualità.
di Maurizio Ambrosini, in lavoce.info del 1 aprile 2025
È una sentenza a tutela dei diritti umani quella della Cassazione sul caso Diciotti. La Corte ha ribadito l’obbligo di soccorso in mare. E il salvataggio dei naufraghi si conclude con lo sbarco, che deve avvenire nel più breve tempo possibile.
Il caso Diciotti
La sentenza della Corte di Cassazione sul caso Diciotti è stata trascinata dalla polemica politica su un terreno secondario e sfruttabile a fini propagandistici: quello del risarcimento economico a favore del profugo eritreo che, ingiustamente trattenuto a bordo della nave, ha avuto la forza di resistere attraverso i diversi gradi di giudizio per arrivare al pronunciamento del massimo organo giudiziario. Con grande dignità ha dichiarato che quel risarcimento, 1.600 euro secondo le stime, nemmeno lo chiederà allo stato italiano. Ha voluto invece difendere un principio, che la Corte ha nitidamente affermato.
di Carlo Bolpin
Il giovane pastore Dietrich Bonhoeffer (Breslavia 1906 - 1945 impiccato nel campo di Flossenbürg) è un convinto nazionalista a favore della teologia della guerra giusta per la difesa del proprio popolo. Successivamente afferma un pacifismo radicale in base a solide motivazioni evangeliche ed etiche, in conseguenza alla meditazione biblica, in particolare, sul Discorso della montagna. Considera ovvio quel pacifismo cristiano, che aveva combattuto animosamente, e giunge a una nonviolenza radicale, che nega la necessità di armarsi in nome della sicurezza.
Bonhoeffer, come segretario per i giovani della World Alliance (Unione mondiale per l’amicizia fra le Chiese), alla conferenza sulla pace che si tiene il 26 luglio 1932 a Ciernohorskè Kupele, in Cecoslovacchia, condanna la guerra affermando con decisione che il cristiano non può prestare servizio militare.
di Franca Podo
Geniale scienziato e saggista storico-filosofico della prima metà del XX secolo, Luigi Trafelli (Nettuno, 7 giugno 1881 - Nettuno, 10 dicembre 1942) - matematico, fisico e insegnante in Italia e nelle R. Scuole italiane all’estero - fu tenace sostenitore degli irrinunciabili valori della libertà dello spirito, in aperta opposizione alle chiusure culturali dei regimi totalitari dominanti all’epoca in Italia e in parte dell’Europa.
In campo scientifico Trafelli fu inventore di tre nuovi apparati elettromagnetici, brevettati in Italia e all’estero (1906, 1918, 1928) e nel periodo 1903-1938 pubblicò scritti originali (articoli su riviste, memorie, note, monografie) su nuovi argomenti in matematica, elettromagnetismo, astrofisica, geofisica, raggi cosmici, fisica atomica e radiazioni.
Trafelli fu il primo fisico a ipotizzare che l’elettrone e il positrone, entrando in collisione sotto particolari condizioni fisiche, potessero subire un processo di annichilazione radiativa nel campo delle alte frequenze, fenomeno poi confermato sperimentalmente da altri e destinato ad avere importanti applicazioni diagnostiche nell’imaging molecolare in campo sanitario nella seconda metà del ‘900. Della paternità di questa geniale intuizione, presentata da Trafelli nel 19331, non è mai stata fatta menzione dai suoi contemporanei né in sedi nazionali nè internazionali, omissione laconicamente commentata dall’autore con le parole “Il tempo è galantuomo”2.
di Maurizio Ambrosini in "Avvenire" del 13 febbraio 2025
Bisogna partire da un dato: a dispetto delle vibranti campagne in difesa dei confini, gli immigrati servono. Sta accadendo in tutta Europa, anche perché dai Paesi dell’Est integrati nell’Ue (Polonia, Romania, Bulgaria...) ormai non ne arrivano più, o comunque non a sufficienza.
La contraddizione tra politiche dichiarate, all’insegna di slogan contro l’invasione, e politiche praticate, che invece hanno riaperto agli ingressi per lavoro, diventa particolarmente stridente nel caso italiano.
Nelle pagine di Cristina Campo selezionate e commentate con maestria da Caterina Zamboni Russia si coglie un triplice movimento. Il primo è un movimento di ritorno alle origini, alla natura – umana, minerale, vegetale o animale che sia. Il secondo traspone in chiare, piane parole la bellezza e la forza che essa serba e schiude, perché fuori dalla parola esatta quella bellezza e forza si perdono, almeno per noi. Un terzo movimento, infine, rompe il cerchio nel quale vorremmo che i primi ci chiudessero, incantati. Qualcosa, infatti, in quella natura e in quelle parole tanto profondamente amate apre ad altro, a un’origine e a un ordine diverso, cui non possono che far cenno lasciandoci inquieti e spaesati, finché l’abisso non risponda all’abisso, per grazia, e tutto sia ridente e salvo.
Paolo Bettiolo
di Paolo Naso in "Avvenire" del 27 febbraio 2025
Qualche mese fa Donald Trump si è fatto sponsor di una speciale edizione della Bibbia fregiata della scritta “Dio benedica gli Usa”. «Molti di voi non l’hanno mai letta - dichiarò in appoggio al lancio di quell’edizione, per altro sollevando il legittimo dubbio se egli l’avesse letta. La religione e il cristianesimo sono le cose più grandi che mancano in questo Paese, e credo davvero che dobbiamo riprenderceli indietro e dobbiamo farlo in fretta».
In quei giorni era una strategia difensiva e una mossa elettoralistica tese a conquistare il consenso di un elettorato allora ancora dubbioso sulle virtù cristiane del candidato. Oggi, a pochi giorni dalla istituzione alla Casa Bianca di un “Ufficio per la fede” diretto dalla predicatrice Paula White, l’immagine di Trump con la Bibbia o del presidente raccolto in preghiera mentre viene benedetto dai pastori evangelical del neocostituito “Ufficio della fede” diventano l’icona di un programma che adotta simboli e linguaggi politici.
Sono verticale, recita il titolo di una poesia di Sylvia Plath che Marta Bonaventura sapientemente commenta. L’incipit recita: Ma preferirei essere orizzontale, perché solo allora, prosegue, distesa, dormiente, c’è colloquio tra il cielo e me; solo quando sarò distesa per sempre, morta, solo allora gli alberi mi toccheranno e i fiori avranno tempo per me. Prima, la mente la rende verticale, la sbalza fuori dal mondo al quale così non può aver parte. Non c’è in queste righe, in questa confessione di sventura, alcun Padre nei cieli, verso il quale “non possiamo fare alcun passo”, perché “non si cammina in verticale”, ma a cui si può rivolgere lo sguardo, perché “sta a lui cercarci” – in spe.
Lo scriveva Simone Weil – e l’accostamento invita a pensare.
Paolo Bettiolo
Una donna ancora giovane oziosamente distesa in una mattina di sole all’ombra di un albero. Fiori cadono stupendi su di lei che, staccati dai rami, presto si sfanno. L’enigma di questa bellezza tanto vana nella sua caducità la induce a pensare al suo stesso veloce e vano passare. Ieri, giovanissima, un giovane si era fermato davanti a lei, poi era già suo sposo, difficile quanto amato, e ora lì in quell’ora piena di sole pensa cupa che non vuole un figlio… Un secondo figlio. Un piccolo bimbo gioca vicino a lei e ora richiama la sua attenzione. Lei lo guarda ostile, lui sorride non credendole, solare… e la sua bimba fiducia gioiosa la attira commossa vicino a lui.
Tutto qui. La vita è un terribile enigma, scrive Katherine Mansfield… ma, se non forse un fiore, un bimbo in una breve ora felice apre a incontenibile grazia, annota Eva Avesani.
Paolo Bettiolo
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