di Franca Podo

Geniale scienziato e saggista storico-filosofico della prima metà del XX secolo, Luigi Trafelli (Nettuno, 7 giugno 1881 - Nettuno, 10 dicembre 1942) - matematico, fisico e insegnante in Italia e nelle R. Scuole italiane all’estero - fu tenace sostenitore degli irrinunciabili valori della libertà dello spirito, in aperta opposizione alle chiusure culturali dei regimi totalitari dominanti all’epoca in Italia e in parte dell’Europa.
In campo scientifico Trafelli fu inventore di tre nuovi apparati elettromagnetici, brevettati in Italia e all’estero (1906, 1918, 1928) e nel periodo 1903-1938 pubblicò scritti originali (articoli su riviste, memorie, note, monografie) su nuovi argomenti in matematica, elettromagnetismo, astrofisica, geofisica, raggi cosmici, fisica atomica e radiazioni.
Trafelli fu il primo fisico a ipotizzare che l’elettrone e il positrone, entrando in collisione sotto particolari condizioni fisiche, potessero subire un processo di annichilazione radiativa nel campo delle alte frequenze, fenomeno poi confermato sperimentalmente da altri e destinato ad avere importanti applicazioni diagnostiche nell’imaging molecolare in campo sanitario nella seconda metà del ‘900. Della paternità di questa geniale intuizione, presentata da Trafelli nel 19331, non è mai stata fatta menzione dai suoi contemporanei né in sedi nazionali nè internazionali, omissione laconicamente commentata dall’autore con le parole “Il tempo è galantuomo”2.

Nel campo della saggistica, Trafelli fu il primo italiano a pubblicare nel XX secolo un libro contro la guerra3, intitolato XX Secolo dopo Cristo - Ubi Christianus? experimentum crucis. Il saggio, centrato sull'irriducibile inconciliabilità tra guerra e Cristianesimo alla luce della rivoluzionaria metànoia evangelica - scritto da Trafelli durante la convalescenza da una gravissima malattia contratta in guerra - fu stampato nel 1917 come Brossura editoriale presso l'Officina Grafica Cooperativa di Pistoia e poi distribuito dall’autore a titolo personale e gratuito a Biblioteche e Centri culturali dell’epoca.
Dopo cento anni, questa monografia - conservata nel formato di stampa originale presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, in numerose Biblioteche pubbliche e in Centri culturali (v. catalogo web OPAC SBN) - è stata ripubblicata a cura di Carla e Franca Podo (ultime discendenti dell’autore) nei tipi di Albatros Il Filo, Roma (Ia ed., febbraio 2018; IIa ed., maggio 2022).
Nella sua Prefazione alla IIa riedizione di questo libro - scritta pochi mesi dopo l’invasione russa in Ucraina - Paolo Ricca, teologo della Chiesa Valdese (1936-2024), si è chiesto: “Ma perché parlare oggi di colui che un secolo fa ha sollevato la domanda temeraria: "Dov’è il cristiano?", così rispondendo: “Perché Luigi Trafelli non appartiene al passato ma al futuro”.
Il significato di questa straordinaria riflessione è stato ribadito da Paolo Ricca in un Incontro-dialogo tenuto sul saggio di Trafelli alla Fiera del Libro “Più Libri Più Liberi”, Roma, 10 dicembre 20224. In risposta all’invito dell’editore di Albatros, Daniele De Prosperis, di commentare il valore odierno di “togliere la polvere che ingiustamente Trafelli aveva avuto addosso per un secolo” a causa delle progressive limitazioni culturali imposte dal regime politico, Paolo Ricca così rispondeva, con parole che risuonano profetiche per coloro che si sentono ispirati da diverse forme di credo religioso o comunque da sentimenti di fraterna solidarietà per il genere umano:

“Un valore che cresce nel tempo, proprio perché chi anticipa una coscienza che deve diventare una coscienza di molti e possibilmente la coscienza collettiva dell'umanità stessa, chi riesce a capire con questo anticipo incredibile quello che può e deve essere il cammino verso il quale si spinge la comunità umana, è certamente una persona ispirata. [...] 
Ci sono molti cristiani che non sanno di esserlo o che neanche desiderano esserlo, ma lo sono perché fanno la volontà di Dio. Questo è il nostro lavoro, cioè che l'umanità impari a convivere pacificamente, il che sembra una cosa ovvia e invece è la cosa più difficile che ci sia. Noi europei ci illudevamo di aver imparato che la guerra distrugge solo e non costruisce nulla e che la pace non si fa preparando la guerra ma preparando la pace, e di aver smascherato l’errore del detto latino 'Si vis pacem para bellum'.
Ma ahimè noi siamo ancora legati a quella logica. Crediamo che più siamo armati e più siamo sicuri e anche se è vero l’esatto contrario e nessuno più ci crede […] Perché effettivamente ci vuole un atto di Fede. Io mi devo fidare di te, devo credere che non sei mio nemico e devo trattarti come uno che non è mio nemico.
Ma questo è un atto di Fede e Trafelli era un uomo di Fede, anche se non la esprimeva nel linguaggio religioso, ma non c'è solo il linguaggio religioso per parlare di Fede. Si può essere uomini di Fede anche parlando un linguaggio laico. Quando [...] ho avuto in mano quel testo mi sono stupito immensamente, mi sono detto: 'Ma guarda che profeta è vissuto in mezzo a noi e non ce ne siamo accorti'”.

La pubblicazione di Ubi Christianus? nel 1917 fu solo il primo atto di una missione tenacemente accettata da Trafelli per il resto della sua vita a difesa dell’autentico messaggio della metànoia evangelica, cioè contro la possibilità di conciliare la guerra (sia essa “giusta “o “ingiusta”) con il Cristianesimo, una sfida sostenuta per tutto un ventennio che avrebbe progressivamente portato ai tragici eventi del secondo conflitto mondiale.
L’evoluzione del pensiero di Trafelli come “operatore di pace” attraverso una serie di suoi saggi pubblicati in Italia e all’estero tra il 1924 e il 1938 è riassunta in una Nota della scrivente, anche in memoria della sorella Carla Podo (1942-2017) - in occasione della donazione dell’intera saggistica originale dell’autore alla Biblioteca del Centro Studi Sereno Regis, Torino, Macrotematica “Pace e Non-Violenza”5.

Dei saggi storico-filosofici di Trafelli si ricordano qui per brevità alcuni titoli principali:
Dottrina di Cristo - Haceldam (Libreria Editrice Mantegazza di P. Cremonese, Roma 1924) in cui Trafelli presenta, in accordo con i “commenti consoni” di due suoi contemporanei, Ernesto Buonaiuti (1881-1946) e Giovanni Papini (1881-1956), profonde riflessioni sugli alti valori della metànoia evangelica, così spesso “tradita” dalle indebite acquiescenze delle chiese “cosiddette” cristiane ai poteri del mondo;
Terzo Centenario Segneriano - Dopo trecento anni P. Paolo Segneri S. J. ritorna contro la Ragion di Stato (Società Anonima Libraria, Roma 1924), in cui Trafelli, nell’anno del delitto Matteotti, assimilava la martellante “propaganda” mussoliniana all’insegna del “Non si può, non si deve esitare un minuto solo a sacrificare un uomo [...] quando è in giuoco l’esistenza nazionale [...]” all’Expedit ut unus moriatur homo, pro populo di Caifa (Giovanni 11,50);
Dalla Dottrina di Cristo al Catechismo (“Vox Clamantis”, Roma 1926) e le traduzioni in tedesco6, in francese7 e in inglese8, successivamente riunite dall’autore in un libro-raccolta intitolato Spirito Spirante ai Quattro Venti (Roma 1932).

Con la distribuzione personale di questi libri e di loro estratti di stampa in diversi Paesi l’autore intendeva diffondere a livello europeo “la speranza salvatrice che tutti i figli dello stesso Padre - cancellate le ataviche stigmate della delinquenza di Caino - sappiano riconoscersi fratelli nei connotati che rivelano la divina origine del Padre comune”.
Negli anni successivi, quando il Paese già scivolava verso gli orrori della seconda guerra mondiale, Trafelli fu costretto a rivolgersi quasi esclusivamente a case editrici estere per la pubblicazione di suoi nuovi saggi, quali Il Testamento di Cristo ritrovato e pubblicato pubblicato da ATAR S.A. (Ginevra 1933) e due monografie intitolate Je répète ici la parole, que l’on ne doit pas taire ... (1935) e L’Encyclique testamentaire de l’île de déportation et de martyre du Pape Léon XIV (1938) - entrambe tradotte dall’italiano in francese da Gabriel Gobron, Editore delle Editions Ambiorix, Rethel (Ardennes)9
Nel 1938, nella serenità della “sopravveniente sera”, Trafelli raccolse gli undici suoi saggi più significativi in un libro dal titolo La mia Testimonianza (La mia testimonianza. Un non cristiano insegna chi è Gesù Cristo) a cui dette coraggiosamente il sottotitolo Mein Kampf! (Tipografia Fratelli Iacelli, Roma 1938) in temeraria opposizione al Mein Kampf di Adolph Hitler (1925). Nella Prefazione a questo suo ultimo suo libro-raccolta Trafelli così riassumeva la propria vita: “Pensai, scrissi, stampai, [....] solo, libero, fedele allo Spirito, che si identifica col mistero stesso di Dio”.
La capacità di Trafelli di coniugare l’alto impegno etico con una rigorosa vocazione per le scienze fisiche e matematiche e le loro applicazioni volte a migliorare la condizione umana per scopi pacifici (anziché  distruttivi) emerge chiaramente dalla lettura integrata della sua Saggistica (20 titoli dal 1913 al 1938) e della sua produzione scientifica (29 titoli dal 1903-1938).
Trafelli pagò per la sua incrollabile posizione di “operatore di pace” e per il non-violento, ma aperto contrasto con il regime politico della sua epoca, con sempre più stringenti emarginazioni e intimidazioni personali, fenomeno da lui serenamente definito come “questo deserto che mi si è fatto intorno”. Sopportò stoicamente le amarezze di queste restrizioni, alla luce delle parole Mitte panem tuum supra aquas fluentes. Post tempora multa invenies illum (Ecclesiaste 1,11).

Si riportano qui di seguito alcune citazioni della personalità di Luigi Trafelli, scritte dopo la sua morte:
Ernesto Bonaiuti, in una lettera indirizzata nel 1945 al nipote di Trafelli, Roberto Ottolini, scrisse: "[...] La nota che tu mi hai mandato al mio giornale [ndr “L’Alleanza”, Settimanale Romano] [...] mi ha fatto trasalire di commozione. Essa mi ha nuovamente prospettato, dinanzi agli occhi, il destino tragico che ha accompagnato e coinvolto il lavoro presago del nostro indimenticabile. Che cosa mai quella capacità intuitiva che era in Lui avrebbe potuto darci, qualora fosse stata posta in grado di attendere liberamente alle sue indagini e ai suoi esperimenti? Invece fu paralizzato nella sua operosità scientifica dal regime di oppressione. E la sua amarezza fu di tutti i giorni e di tutte le ore [...]”.
Nel libro Sotto il Segno della Pace - Memorie (Comune di Jesi 2004, pp. 46-47), Edmondo Marcucci (1900-1963) ha scritto: “Voglio ricordare una figura meno nota al gran pubblico, nondimeno una delle più nobili: Luigi Trafelli di Nettuno (Roma) [...] Matematico e fisico di prim’ordine, diede notevoli apporti teorici e pratici a queste scienze con studi sull’atomo. In più, ebbe un’anima mistica e pensosa, tutta di bontà, un carattere di diamante che non gli fece mai tradire il pensiero e l’azione. Scrisse parecchio per denunciare ('martellare' era la sua parola preferita) il grande Equivoco che ancora flagella la società: quello di dirsi “cristiani” mentre si calpestano, dandone giustificazione, i valori genuini del Vangelo, con le chiese mondanizzate, con le guerre, con le violenze, le ingiustizie, e brutture di ogni sorta [...]. Questa insanabile contraddizione era per Trafelli il più grande dei 'tradimenti', la 'bestemmia' per antonomasia”.
Nella sua recente recensione di Ubi Christianus?, pubblicata in questo sito: XX secolo dopo Cristo. Ubi Christianus?, Carlo Bolpin ha sottolineato la necessità di riflettere “su com’è potuto accadere un periodo buio della nostra storia, che oggi si cerca di rimuovere e manipolare, in cui sono stati repressi personaggi come Trafelli. Averlo poi 'dimenticato', come altri [...], è stato causa del ritardo culturale ancora condizionante la nostra società e il cristianesimo, la Chiesa cattolica in cui noi siamo direttamente coinvolti”. 


Note

1) Luigi Trafelli, Chiarimenti alla mia ipotesi circa la produzione dei raggi cosmici, (Neutrone - Positrone - Protone - Distruzione di elettricità con produzione di radiazione di carattere ondulatori. "Gli Astri", Anno II, N. 7-8, 1933 - XII. Anno II; N. 7-8, 1933-XII; e Sessione Congiunta della Società italiana per il Progresso delle Scienze e della Società Italiana di Fisica, Bari, 12-18 ottobre 1933 (Atti in: Nuovo Cimento, Anno X, N. 10, dicembre 1933). 
2) Luigi Trafelli, Meditazioni di un Solitario. Sopra diversi argomenti di scienza pura o applicata”, Tipografia Fratelli Iacelli, Roma, 322 pp.
3) cfr. Bruna Bianchi, in: “I Pacifisti della Grande Guerra”. Dizionario Storico della Prima Guerra Mondiale, curato da Nicola Labanca, Edizioni Laterza, Roma - Bari 2014, pp. 241-252.
4) Trascrizione del dialogo in: www.youtube.com@Collana Conoscere, 27/01/2023.
5) https://serenoregis.org/2024/05/03/luigi-trafelli-al-centro-studi-sereno-regis; e https://serenoregis.org/autore/franca-podo/
6) Luigi Trafelli, Wir, Burger von Reiche des Satan, Puclicitas reg. Verlags-Gen. m.b.H, Wien 1927. 
7) Luigi Trafelli, Nous, Citoyens du Royaume de Satan, Messageries Hachette, Paris 1929.
8) Luigi Trafelli, Are we really Christians?, H.R. Alenson, London 1932.
9) L’ultima monografia L’Encyclique testamentaire de l’île de déportation et de martyre du Pape Léon XIV (1938) fu firmata da L. Trafelli con due pseudonimi ottenuti anagrammando i suoi tre nomi anagrafici “Luigi Bernardino Trafelli” e cioè: “Frate Gilio Brunelli da Terni” e “Gen. Furio Tarli di Brinella”.