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a cura di Carlo Bolpin, Paola Cavallari, Chiara Puppini
Abbiamo deciso di trattare “la prostituzione” per gli aspetti etici e politici messi in discussione dall’industria del sesso, incrementatasi negli ultimi anni con tecnologie online. Si è così accentuata una cultura che lede la dignità degli esseri umani, ponendo in atto una prassi nociva per le relazioni, con pericoli nella formazione dei giovani.
Il numero affronta pertanto un argomento non solo complesso, ma per lo più posto sotto un pudico silenzio, segno di opportunistica indifferenza e rimozione. Per varie ragioni:
1. è tema tabù; lambisce le aree della vita intima e della sfera sessuale; per cui il bon ton, il pudore e la riservatezza preferiscono evitarlo;
2. è tema in cui si può scivolare in derive da evitare: riprovazione moralistica, visioni oscurantiste, o riduzione a questioni di decenza e pubblico decoro;
3. è tema assai controverso e divisivo, in più aree.
Ci si potrebbe augurare che tali prospettive divergenti costituiscano una ricchezza: per ora sembra arduo, ma non perdiamo la speranza.
nell'80° anniversario della liberazione dell'Italia e di Venezia dall'occupazione nazista e dalla dittatura fascista
Articoli di giovani studiose su una selezione di pagine delle più grandi intellettuali del Novecento
Pubblichiamo la lettera aperta dei missionari comboniani alla Chiesa italiana.
Come Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, che operano in vari paesi del Sud del Mondo e in alcune delle periferie umane esistenziali e impegnati nel ministero di evangelizzazione accanto alla Chiesa Cattolica in Italia, desideriamo condividere queste note di preoccupazione e suggerire, con umiltà, alcune proposte.
Viviamo con profondo dolore e indignazione il ritorno con forza, a livello mondiale, di atteggiamenti profondamente razzisti ed escludenti, inerenti al fenomeno delle migrazioni. Guardiamo con preoccupazione ai recenti fatti di cronaca che stanno succedendo in Italia, in Europa, negli Stati Uniti e in varie parti del mondo.
di Luigi Sandri in “Confronti” del febbraio 2025
La “Rete sinodale”, composta da trenta gruppi cattolici di base, si riunirà il 22-23 febbraio prossimi ad Assisi per discutere l’Instrumentum laboris in vista della seconda sessione del Sinodo italiano. Al centro del dibattito temi come l’inclusione delle persone Lgbtq+ e il ruolo delle donne nella Chiesa.
Le proposte mirano a influenzare le decisioni future della Conferenza episcopale italiana. Tra le molte voci che si stanno esprimendo in vista della seconda e ultima sessione del Sinodo italiano (prevista dal 31 marzo al 3 aprile prossimi) vi sono quelle della “Rete sinodale”, cartello formato da una trentina di gruppi, comunità, iniziative, tutte sorte dalla base, ciascuna con le sue caratteristiche e sensibilità, ma coordinatesi per offrire alla Grande Assemblea della Chiesa cattolica italiana suggerimenti e desiderata.
Nelle pagine che Elisa Marconato ci restituisce e commenta, Anna Maria Ortese narra con dolore e ira il proprio smarrimento nei confronti di un’umanità che nella sua grandezza “milanese” patisce un penoso “ottundimento dei sensi”, un’incapacità di discernere e gradire, così che, pur tutto potendo, “non gusta più che poco o niente”. Un’umanità in sé scissa – ci dice –, che rifiutando la natura rifiuta sé stessa, e ne muore. E se non ne muore, è raggiunta dall’amara invettiva del conte/Cristo: “Impazzerei di gioia, se sapessi che essa” – quella natura che, ne è certo, non vuole essere abbandonata dall’uomo, che si strugge per il figlio che l’abbandona – non ha bisogno di noi”.
Paolo Bettiolo
Pubblichiamo il sermone della vescova episcopaliana Mariann Budde in presenza del presidente Trump, in “www.garriguesetsentiers.org” del 29 gennaio 2025 (traduzione: www.finesettimana.org).
Questo culto nazionale ci riunisce per pregare per l'unità del popolo e della nazione. Non un accordo politico, ma un'unità che rafforzi la nostra unione al di là delle nostre diversità e divisioni. Un'unità che serva al bene comune e ci permetta di vivere in libertà e insieme in un Paese libero. Questa, come ha detto Gesù, è la roccia solida su cui costruire una nazione.
di Mara Rumiz
”L’abolizione della guerra è un progetto indispensabile e urgente
se vogliamo che l’avventura umana continui”
da Una persona alla volta, Gino Strada, Feltrinelli
Difficile scrivere qualcosa su Gino Strada. Non per non sapere cosa scrivere ma perché da scrivere ci sarebbe proprio tanto. Gino era (ogni volta che scrivo era mi viene un groppo alla gola) un vulcano di cose diverse: certamente medico, anzi, chirurgo, fondatore di Emergency, ma anche pensatore e divulgatore, scrittore, attivista accanito per la giustizia, l’uguaglianza e contro la guerra. E per me era un amico, anzi, è ancora un amico. Non è semplice, dunque, condensare in un paio di pagine quello che Gino è stato, tant’è che mentre scrivo mi vengono in mente tanti episodi, tanti discorsi, tante serate passate insieme. Quasi quotidianamente gli parlo, gli chiedo consiglio, lo interrogo su cosa farebbe lui in questo mondo che si è riempito ovunque di guerre, di ingiustizie, di diseguaglianze.
Il povero, scriveva Rainer Maria Rilke in un libro amato da Etty Hillesum – è “come la pioggia di primavera, che, felice, batte sui tetti delle città”; è come “la pioggia che cade su terra scura a primavera”, quella pioggia che dona a “noi che pensiamo la felicità / come un’ascesa”, “l’emozione / quasi sconcertante / di quando cosa ch’è felice cade”. “Si deve diventare […] così semplici e senza parole come il grano che cresce o la pioggia che cade” – scrive Hillesum nelle righe che chiudono la nota di Chiara Anna Lazzarin. Come grano che diviene per tutti pane spezzato, acqua che tutti disseta – perché questo è il vivere del povero: farsi cibo e bevanda, “balsamo per molte ferite”.
Paolo Bettiolo
di Paolo Viana, in "Avvenire" del 24 gennaio 2025
La Chiesa di Bolzano-Bressanone chiede perdono alle persone coinvolte nei casi di abuso sessuale e fa sapere che mai più un’accusa sarà risolta con il trasferimento del sacerdote, ma vi sarà un «perseguimento coerente» dei casi sospetti e un comitato proporrà le misure successive, eventualmente anche preventive. Fin qui la notizia civile più importante. Ma le conseguenze dell’inchiesta indipendente che la diocesi ha commissionato sugli abusi ai minori va ben oltre. Non solo perché dalle oltre 600 pagine consegnate dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl di Monaco di Baviera emergono, tra il 1963 e il 2023, 67 casi di presunti abusi (9 dei quali sembrerebbero fondati, 44 avrebbero una fondatezza plausibile mentre dubbi sono 14) ma perché questa “perizia” contiene anche dei consigli sulla organizzazione delle attività ecclesiali che ispireranno anche l’imminente “riforma” della Curia altoatesina.
di Maurizio Ambrosini, in "Avvenire" del 25 gennaio 2025
Un Donald Trump definito “vulcanico” o “pirotecnico” ha dimostrato immediatamente di voler far seguire alle promesse elettorali i fatti. Nel diluvio di ordini esecutivi firmati appena dopo il suo nuovo insediamento alla Casa Bianca il capitolo immigrazione si staglia in primo piano. Trump ha imposto una rigida sterzata in senso restrittivo su entrambi i versanti delle politiche migratorie: quello degli ingressi e quello dell’integrazione sociale. In ambo i casi le sue decisioni hanno assunto profili esorbitanti. Cercano di forzare le prerogative presidenziali, inaugurando una prevedibile stagione di conflitti con giudici, governi locali, attori umanitari della società civile. Attaccando minoranze politicamente deboli, il neo-eletto presidente sembra voler affermare un principio: il leader eletto dal popolo sovrano rivendica poteri pressoché illimitati, che né la Costituzione, né le istituzioni internazionali, né le convenzioni sui diritti umani possono condizionare.
Per il mio cuore che io abbia più pietà; / che d’ora in poi io viva gentile, indulgente con il mio / triste me stesso; non vivere questa tormentata mente / con questa mente tormentata e che tormenta. // […] // […] gioia cresca // dove Dio sa, quando e fino a quanto Dio sa, il cui sorriso / non è estorto, vedi, ma, inatteso, come le montagne si screziano di cieli illumina un amabile miglio”, un breve, felice tratto di via. Spesso questi versi di G. M. Hopkins mi tornano in mente leggendo S. Weil, i suoi duri pensieri sporti su un abisso di fulgida luce nera, com’è quella di Dio.
Citano gli stoici a volte le sue righe, ma dolente un platonico delle ultime generazioni tardo-antiche leggendo le parole di Epitteto che recitano: “Non cercare che quel che accade accada come vuoi tu.
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Femminismo terrone, per un’alleanza dei margini
di Claudia Fauzia e Valentina Amenta
TLON 2024
Pace
di Arianna Arisi Rota
Il Mulino 2024
Il suicidio di Israele
di Anna Foa
Laterza 2024