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a cura di Carlo Beraldo, Vittorio Borraccetti, Carlo Rubini
1. Questo numero di Esodo, dedicato al rapporto religione-politica, nasce dall’indignazione provata da molti per l’uso della fede cristiana, dei suoi simboli, dello stesso nome di Dio, da parte di alcuni partiti nelle competizioni elettorali, e non solo, a sostegno di un proprio progetto politico, i cui contenuti sembrano contrastare con i valori fondanti del messaggio cristiano per sua natura universalistico. Questa strumentalizzazione viene compiuta da una molteplicità di soggetti politici nel mondo attuale, più che altro di orientamento conservatore e autoritario, e non solo con riferimento al cristianesimo; si usa il fondamento religioso come uno degli elementi identitari di una comunità sociale (accanto ad altri, come una certa idea di nazione e famiglia), con tendenziale esclusione o discriminazione di chi non si riconosce in essi. In Europa manifestazioni di esplicito uso della religione a fini politici sono presenti, oltre che in Italia, in paesi come l’Ungheria e la Polonia, tra i più noti. Tale prassi si evidenzia in altre aree del mondo, coinvolgendo ulteriori religioni, oltre al cristianesimo nelle sue diverse manifestazioni, come l’islam, l’ebraismo, l’induismo, ecc. L’uso politico della religione ali- menta spesso nazionalismo e sovranismo, contrastando sul piano internazionale il multilateralismo e i faticosi tentativi di costruire organismi sovranazionali capaci di prevenire e governare i conflitti e, sul piano interno, il pieno riconoscimento dei diritti soggettivi a chi non si riconosce nei prevalenti modelli morali di comportamento derivanti dalla religione.
A un primo sguardo, si dovrebbe dire che non sono tempi favorevoli ai migranti internazionali. Celebrare la loro Giornata internazionale appare inattuale, forse persino provocatorio. Il nuovo patto su immigrazione e asilo nell’Ue e l’elezione di Trump negli Stati Uniti fanno pensare a un inasprimento delle chiusure, con un’accresciuta enfasi su confini e sovranità nazionale. Il governo italiano contribuisce al panorama con reiterate misure restrittive, le ultime delle quali sono la crudele stretta sui ricongiungimenti familiari e la frettolosa chiusura preventiva a eventuali nuovi flussi di rifugiati dalla Siria, che dalle nostre parti non si vedono da anni.
Carissime amiche e carissimi amici,
il Natale, una delle feste cristiane più sentite anche dal mondo laico, rivela il senso profondo e universale dell’irrompere nella Storia di Gesù di Nazareth, che nella piccolezza si fa dono agli uomini e alle donne di ogni tempo.
La continua novità del Natale
In un tempo di polarizzazioni e di fatica a lasciarsi attraversare dalla vita e dalla parola dell’altro (è questo il senso del dia-logos), in un tempo in cui è più facile escludere e alzare mura considerando il diverso un nemico e in cui la fragilità del tempo porta sempre più spesso il volto della violenza1, in un tempo di guerre e genocidi, al quale nessuna autorità, nemmeno sovranazionale, è capace di metter freno, quel Volto richiama l’estrema necessità di far nascere nella vita nostra e del nostro tempo il medesimo Amore. Un amore che si presenta a noi non secondo i canoni dell’umano potere, ma attraverso la fragilità del servizio; non secondo la mentalità dell’inimicizia, ma attraverso l’accoglienza dell’alterità che, se da una parte mette in crisi le nostre sicurezze, dall’altra ci permette di vivere di un indubbio, reciproco arricchimento.
di Paolo Perlasca
Giovedì 28 novembre alla nuova libreria COOP in Piazza Ferretto a Mestre-Venezia Gomercindo Rodrigues, amico nonché uno dei più fidati collaboratori di Chico Mendes ha presentato il suo libro Camminando nella Foresta pubblicato per l’Italia da COOP Alleanza 3.0, LegaCoop Estense e con il supporto di Fondazione Finanza ETICA, FAIRTRADE Italia e Cooperativa Chico Mendes di Modena e altri. Un libro che racconta la vita di quel pezzo di terra remota che risponde al nome di Amazzonia - che appare così distante dall’Europa ma in realtà è più vicina di quanto sembri - ma soprattutto del suo più illustre cittadino, che fece conoscere la grande foresta tropicale al mondo con tutti i suoi sogni e problemi, che si trascinano ancora, purtroppo, fino ai giorni nostri.
di Giuseppe Tattara
La vendita di armi
Con l'invasione irachena del Kuwait e la disintegrazione della Jugoslavia negli anni '90, l'Italia ha iniziato a sviluppare attivamente le proprie capacità militari e ha ridisegnato la propria industria della difesa.
L'approccio dell'Italia alla difesa e alle esportazioni militari è guidato dall'articolo 11 della Costituzione che afferma che l'Italia “rifiuta fermamente la guerra come strumento di aggressione alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali. L'Italia accetta, in condizioni di parità con gli altri Stati, le limitazioni di sovranità che possono essere necessarie ad un ordine mondiale che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni. L'Italia promuove e incoraggia le organizzazioni internazionali che perseguono tali fini”.
Pubblichiamo la presentazione del 9 dicembre a Roma dell'ottavo Rapporto sui conflitti dimenticati dal titolo Il ritorno delle armi. Guerre del nostro tempo, edizioni San Paolo.
Eugenio Borgna è morto a 94 anni. Rivoluzionò la cura psichiatrica come "rapporto tra interiorità" . Ha scritto molti saggi confrontandosi anche con opere di letteratura, poesia, filosofia. Ha scritto per Esodo articoli che mostrano la grande apertura per le tematiche della fede. Nei contatti avuti direttamente colpiva la sua gentilezza, la pronta disponibilità e l'interesse per una relazione personale.
Pubblichiamo l'articolo La violenza del linguaggio nelle relazioni, tratto da Esodo n. 1/2020, pp. 9-13, "Parola che crea, parola che distrugge":
Sono molte le pagine che ho dedicato alle parole, alla loro importanza nelle relazioni quotidiane, e in particolare a quella delle parole nelle relazioni fra medico e paziente: paradigmatiche nel creare relazioni umane, e terapeutiche, o invece conflittuali, e antiterapeutiche. Fra le discipline mediche, la psichiatria è quella che dà la maggiore importanza alle parole, e non può vivere senza le parole, di quelle dei pazienti, e di quelle di chi li cura.
Pubblichiamo il documento “Difendi la Corte Penale Internazionale. Contro il dominio dell’illegalità, dell’arbitrio e dell’impunità” firmato da Marco Mascia (presidente del Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova) e Flavio Lotti (presidente della Fondazione PerugiAssisi per la Cultura della Pace).
La Corte Penale Internazionale (CPI) è una pietra miliare della costruzione di un mondo più giusto, pacifico e democratico. Uno strumento di giustizia internazionale che trova il suo fondamento giuridico nella Carta delle Nazioni Unite e nelle Convenzioni internazionali sui diritti umani.
La sua istituzione rappresenta il più straordinario e rivoluzionario avanzamento nella civiltà del diritto internazionale. Il suo Statuto - detto anche “Statuto di Roma”- è stato adottato a Roma, il 17 luglio 1998, al termine della "Conferenza Diplomatica sulla Istituzione di una Corte Penale Internazionale" (15 giugno – 17 luglio 1998) ed entrato in vigore il 1 luglio 2002.
Esodo ha sottoscritto la lettera redatta da Raniero La Valle
Carissimi Ebrei della Diaspora,
vi scriviamo per parteciparvi una duplice angoscia che cresce in noi a partire da quel 7 ottobre del 2023, quando un’efferata azione dei palestinesi di Hamas fece scempio di un gran numero di ebrei di Israele e di molti non israeliani sui bordi della “striscia” di Gaza.
Insieme al dolore per le vittime e alla esecrazione per la brutalità dell’aggressione, la prima di tali angosce ha tratto origine dalla percezione che le conseguenze di quella azione, con tutto il male che portava con sé, sarebbero ricadute sulla intera popolazione di Gaza e sul popolo palestinese in quanto tale, ovunque situato, nei territori colonizzati della Cisgiordania come nei Paesi vicini.
L’aspirazione alla pace è nata in Turoldo [Coderno di Sedegliano, 22 novembre 1916 – Milano, 6 febbraio 1992] già negli anni della seconda guerra mondiale che trascorse, dal 1941, nella città di Milano. Alle distruzioni e agli orrori cui aveva assistito si aggiunse la sconvolgente esperienza dei campi di concentramento tedeschi che visitò, per incarico vaticano e della curia milanese, immediatamente dopo la fine del conflitto. Scoprì, si può dire in diretta, la condizione dei deportati e i forni crematori. Molti anni dopo, ricordando quella sua visita, confessava di sentire ancora nella gola, quando parlava, il terribile “sapore di cenere di morti” percepito allora.
A tali ricordi nei primi anni del dopoguerra si accompagnarono in lui le speranze suscitate dalla sconfitta del nazifascismo che tuttavia abbastanza presto cedettero il passo alla delusione.
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Il giaguaro e il formichiere. Per una scelta di pace
di Rayed R. Rizek
Antonio Mandese Editore 2024
Comunque nude
Ester Lunardon e Ludovica Piazzi (a cura di)
Mimesis 2023
L’ingrediente ritrovato, Uno sguardo alla cucina ebraica del Ghetto di Venezia
di Pierangelo Federici
con acquerelli di Serena Nono e Nicola Golea
Ed. lunargento 2024