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a cura di Carlo Beraldo, Sandra Savogin
Lo scorso numero della rivista ha inteso dare evidenza all’uso strumentale che, spesso, determinate formazioni politiche, “a difesa dell’identità dell’Occidente”, fanno della fede e della religione a suffragio delle rispettive scelte, anche questo numero di “Esodo” intende segnalare l’approccio puramente stereotipato ed eminentemente ideologico con cui le medesime formazioni si riferiscono alla famiglia quale dimensione sociale definita in una unica forma e per questo pregna di supposti significati valoriali influenti sull’intera società.
Senza voler sminuire quanto indicato dall’art. 29 della Costituzione1 il cui testo peraltro va storicizzato nel tempo della sua approvazione (1948) e ugualmente senza sottovalutare, per i credenti, la formazione della famiglia quale “frutto di un discernimento vocazionale“ e il matrimonio quale “segno sacramentale del rapporto stesso di Cristo con la Chiesa”, così come citato nell’Esortazione apostolica Amoris Laetitia di papa Francesco2, sembra parimenti doveroso segnalare che la realtà della condizione familiare è assai complessa e supera ampiamente, dal lato qualitativo e quantitativo, i modelli relazionali/familiari ora citati. In fondo la citata Esortazione apostolica in più parti dà evidenza a codesta complessità indicando modalità opportune di approfondimento e di avvicinamento pastorale.
Articoli di giovani studiose su una selezione di pagine delle più grandi intellettuali del Novecento
Una donna ancora giovane oziosamente distesa in una mattina di sole all’ombra di un albero. Fiori cadono stupendi su di lei che, staccati dai rami, presto si sfanno. L’enigma di questa bellezza tanto vana nella sua caducità la induce a pensare al suo stesso veloce e vano passare. Ieri, giovanissima, un giovane si era fermato davanti a lei, poi era già suo sposo, difficile quanto amato, e ora lì in quell’ora piena di sole pensa cupa che non vuole un figlio… Un secondo figlio. Un piccolo bimbo gioca vicino a lei e ora richiama la sua attenzione. Lei lo guarda ostile, lui sorride non credendole, solare… e la sua bimba fiducia gioiosa la attira commossa vicino a lui.
Tutto qui. La vita è un terribile enigma, scrive Katherine Mansfield… ma, se non forse un fiore, un bimbo in una breve ora felice apre a incontenibile grazia, annota Eva Avesani.
Paolo Bettiolo
Cari Fratelli nell’Episcopato,
Vi scrivo oggi per rivolgervi alcune parole in questo delicato momento che state vivendo come Pastori del Popolo di Dio che pellegrina negli Stati Uniti d’America.
1. Il cammino dalla schiavitù alla libertà compiuto dal Popolo d’Israele, così come narrato nel libro dell’Esodo, ci invita a guardare alla realtà del nostro tempo, così chiaramente segnata dal fenomeno della migrazione, come a un momento decisivo nella storia per riaffermare non soltanto la nostra fede in un Dio che è sempre vicino, incarnato, migrante e rifugiato, ma anche nella dignità infinita e trascendente di ogni persona umana [1].
Riprendiamo dalla pagina youtube di Gabrielli editori la registrazione della presentazione del libro di Giuseppe Goisis Con soavi cure. Un cammino nell’umano alla ricerca di senso del 31 gennaio 2025, con gli interventi di Francesco Ghia, Professore associato di Filosofia morale e Filosofia della storia all’Università di Trento e di Alberto Laggia, giornalista, già inviato speciale di "Famiglia Cristiana", Direttore de "L'Amico del Popolo" di Belluno.
Pubblichiamo la lettera aperta dei missionari comboniani alla Chiesa italiana.
Come Missionari Comboniani del Cuore di Gesù, che operano in vari paesi del Sud del Mondo e in alcune delle periferie umane esistenziali e impegnati nel ministero di evangelizzazione accanto alla Chiesa Cattolica in Italia, desideriamo condividere queste note di preoccupazione e suggerire, con umiltà, alcune proposte.
Viviamo con profondo dolore e indignazione il ritorno con forza, a livello mondiale, di atteggiamenti profondamente razzisti ed escludenti, inerenti al fenomeno delle migrazioni. Guardiamo con preoccupazione ai recenti fatti di cronaca che stanno succedendo in Italia, in Europa, negli Stati Uniti e in varie parti del mondo.
di Luigi Sandri in “Confronti” del febbraio 2025
La “Rete sinodale”, composta da trenta gruppi cattolici di base, si riunirà il 22-23 febbraio prossimi ad Assisi per discutere l’Instrumentum laboris in vista della seconda sessione del Sinodo italiano. Al centro del dibattito temi come l’inclusione delle persone Lgbtq+ e il ruolo delle donne nella Chiesa.
Le proposte mirano a influenzare le decisioni future della Conferenza episcopale italiana. Tra le molte voci che si stanno esprimendo in vista della seconda e ultima sessione del Sinodo italiano (prevista dal 31 marzo al 3 aprile prossimi) vi sono quelle della “Rete sinodale”, cartello formato da una trentina di gruppi, comunità, iniziative, tutte sorte dalla base, ciascuna con le sue caratteristiche e sensibilità, ma coordinatesi per offrire alla Grande Assemblea della Chiesa cattolica italiana suggerimenti e desiderata.
Nelle pagine che Elisa Marconato ci restituisce e commenta, Anna Maria Ortese narra con dolore e ira il proprio smarrimento nei confronti di un’umanità che nella sua grandezza “milanese” patisce un penoso “ottundimento dei sensi”, un’incapacità di discernere e gradire, così che, pur tutto potendo, “non gusta più che poco o niente”. Un’umanità in sé scissa – ci dice –, che rifiutando la natura rifiuta sé stessa, e ne muore. E se non ne muore, è raggiunta dall’amara invettiva del conte/Cristo: “Impazzerei di gioia, se sapessi che essa” – quella natura che, ne è certo, non vuole essere abbandonata dall’uomo, che si strugge per il figlio che l’abbandona – non ha bisogno di noi”.
Paolo Bettiolo
Pubblichiamo il sermone della vescova episcopaliana Mariann Budde in presenza del presidente Trump, in “www.garriguesetsentiers.org” del 29 gennaio 2025 (traduzione: www.finesettimana.org).
Questo culto nazionale ci riunisce per pregare per l'unità del popolo e della nazione. Non un accordo politico, ma un'unità che rafforzi la nostra unione al di là delle nostre diversità e divisioni. Un'unità che serva al bene comune e ci permetta di vivere in libertà e insieme in un Paese libero. Questa, come ha detto Gesù, è la roccia solida su cui costruire una nazione.
di Mara Rumiz
”L’abolizione della guerra è un progetto indispensabile e urgente
se vogliamo che l’avventura umana continui”
da Una persona alla volta, Gino Strada, Feltrinelli
Difficile scrivere qualcosa su Gino Strada. Non per non sapere cosa scrivere ma perché da scrivere ci sarebbe proprio tanto. Gino era (ogni volta che scrivo era mi viene un groppo alla gola) un vulcano di cose diverse: certamente medico, anzi, chirurgo, fondatore di Emergency, ma anche pensatore e divulgatore, scrittore, attivista accanito per la giustizia, l’uguaglianza e contro la guerra. E per me era un amico, anzi, è ancora un amico. Non è semplice, dunque, condensare in un paio di pagine quello che Gino è stato, tant’è che mentre scrivo mi vengono in mente tanti episodi, tanti discorsi, tante serate passate insieme. Quasi quotidianamente gli parlo, gli chiedo consiglio, lo interrogo su cosa farebbe lui in questo mondo che si è riempito ovunque di guerre, di ingiustizie, di diseguaglianze.
Il povero, scriveva Rainer Maria Rilke in un libro amato da Etty Hillesum – è “come la pioggia di primavera, che, felice, batte sui tetti delle città”; è come “la pioggia che cade su terra scura a primavera”, quella pioggia che dona a “noi che pensiamo la felicità / come un’ascesa”, “l’emozione / quasi sconcertante / di quando cosa ch’è felice cade”. “Si deve diventare […] così semplici e senza parole come il grano che cresce o la pioggia che cade” – scrive Hillesum nelle righe che chiudono la nota di Chiara Anna Lazzarin. Come grano che diviene per tutti pane spezzato, acqua che tutti disseta – perché questo è il vivere del povero: farsi cibo e bevanda, “balsamo per molte ferite”.
Paolo Bettiolo
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Quel che manca non si può contare. Re Salomone e il libro di Qoèlet
di Brunetto Salvarani
EDB 2024
Tutti i mondi possibili. Un'avventura nella grande biblioteca dell'evoluzione
di Telmo Pievani
Raffaello Cortina editore 2024
L' Africa non è un paese, istruzioni per superare luoghi comuni e ignoranza sul continente più vicino
di Dipo Faloyin
Altrecose Iperborea 2024