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a cura di Carlo Bolpin, Paola Cavallari, Chiara Puppini
Abbiamo deciso di trattare “la prostituzione” per gli aspetti etici e politici messi in discussione dall’industria del sesso, incrementatasi negli ultimi anni con tecnologie online. Si è così accentuata una cultura che lede la dignità degli esseri umani, ponendo in atto una prassi nociva per le relazioni, con pericoli nella formazione dei giovani.
Il numero affronta pertanto un argomento non solo complesso, ma per lo più posto sotto un pudico silenzio, segno di opportunistica indifferenza e rimozione. Per varie ragioni:
1. è tema tabù; lambisce le aree della vita intima e della sfera sessuale; per cui il bon ton, il pudore e la riservatezza preferiscono evitarlo;
2. è tema in cui si può scivolare in derive da evitare: riprovazione moralistica, visioni oscurantiste, o riduzione a questioni di decenza e pubblico decoro;
3. è tema assai controverso e divisivo, in più aree.
Ci si potrebbe augurare che tali prospettive divergenti costituiscano una ricchezza: per ora sembra arduo, ma non perdiamo la speranza.
nell'80° anniversario della liberazione dell'Italia e di Venezia dall'occupazione nazista e dalla dittatura fascista
Articoli di giovani studiose su una selezione di pagine delle più grandi intellettuali del Novecento
di Andrea Grillo, pubblicato il 22 aprile 2025 nel blog Come se non
Non vi è dubbio che si possa anche essere disinteressati alla teologia espressa da un papa. E che si voglia restare alla sua simpatia o alla sua apertura. Ma credo che sia giusto non perdere di vista il valore teologico del papato che si è appena compiuto. In mezzo a tanti discorsi, spesso generici, approssimativi e vuoti, una analisi che si muove limpidamente in questa direzione mi pare sia quella pubblicata oggi, 22 aprile, sul “Messaggero”, col titolo (parziale) “La piramide rovesciata dei laici nella Chiesa”, a firma di Luca Diotallevi, dalla quale vorrei iniziare la mia breve riflessione. La lettura muove da una prima osservazione: il pontificato di Francesco ha avuto due caratteristiche fondamentali: il suo riferimento al Concilio Vaticano II e la esigenza di “inaugurare processi”. Potremmo dire: riprendere il grande processo conciliare, per continuare in quella direzione.
di Sandro Bergantin
Guglielmo Minervini ricordava in un opuscolo delle edizioni La Meridiana del 1995, che don Tonino era solito attingere immagini e metafore per semplificare e impreziosire anche le strutture concettuali più complesse a quel giacimento di sapienza ebraica che sono I racconti dei Chassidim di Martin Buber: la parola del profeta è libera come lo spirito. Ho più volte pensato in questi anni che ci separano dalla morte di don Tonino (20 aprile 1993), che cosa avrebbe detto oggi nei confronti degli avvenimenti tragici che minacciano la pace, di fronte alla mancanza di empatia e alla corsa verso una anestesia generale mentre è in atto un genocidio di intollerabile violenza. Certo, molte cose sono cambiate. Ma se ricordiamo le sue parole e le ascoltiamo leggendo i giornali o vedendo le tv, balza subito una straordinaria attualità.
di Maurizio Ambrosini, in lavoce.info del 1 aprile 2025
È una sentenza a tutela dei diritti umani quella della Cassazione sul caso Diciotti. La Corte ha ribadito l’obbligo di soccorso in mare. E il salvataggio dei naufraghi si conclude con lo sbarco, che deve avvenire nel più breve tempo possibile.
Il caso Diciotti
La sentenza della Corte di Cassazione sul caso Diciotti è stata trascinata dalla polemica politica su un terreno secondario e sfruttabile a fini propagandistici: quello del risarcimento economico a favore del profugo eritreo che, ingiustamente trattenuto a bordo della nave, ha avuto la forza di resistere attraverso i diversi gradi di giudizio per arrivare al pronunciamento del massimo organo giudiziario. Con grande dignità ha dichiarato che quel risarcimento, 1.600 euro secondo le stime, nemmeno lo chiederà allo stato italiano. Ha voluto invece difendere un principio, che la Corte ha nitidamente affermato.
di Carlo Bolpin
Il giovane pastore Dietrich Bonhoeffer (Breslavia 1906 - 1945 impiccato nel campo di Flossenbürg) è un convinto nazionalista a favore della teologia della guerra giusta per la difesa del proprio popolo. Successivamente afferma un pacifismo radicale in base a solide motivazioni evangeliche ed etiche, in conseguenza alla meditazione biblica, in particolare, sul Discorso della montagna. Considera ovvio quel pacifismo cristiano, che aveva combattuto animosamente, e giunge a una nonviolenza radicale, che nega la necessità di armarsi in nome della sicurezza.
Bonhoeffer, come segretario per i giovani della World Alliance (Unione mondiale per l’amicizia fra le Chiese), alla conferenza sulla pace che si tiene il 26 luglio 1932 a Ciernohorskè Kupele, in Cecoslovacchia, condanna la guerra affermando con decisione che il cristiano non può prestare servizio militare.
di Franca Podo
Geniale scienziato e saggista storico-filosofico della prima metà del XX secolo, Luigi Trafelli (Nettuno, 7 giugno 1881 - Nettuno, 10 dicembre 1942) - matematico, fisico e insegnante in Italia e nelle R. Scuole italiane all’estero - fu tenace sostenitore degli irrinunciabili valori della libertà dello spirito, in aperta opposizione alle chiusure culturali dei regimi totalitari dominanti all’epoca in Italia e in parte dell’Europa.
In campo scientifico Trafelli fu inventore di tre nuovi apparati elettromagnetici, brevettati in Italia e all’estero (1906, 1918, 1928) e nel periodo 1903-1938 pubblicò scritti originali (articoli su riviste, memorie, note, monografie) su nuovi argomenti in matematica, elettromagnetismo, astrofisica, geofisica, raggi cosmici, fisica atomica e radiazioni.
Trafelli fu il primo fisico a ipotizzare che l’elettrone e il positrone, entrando in collisione sotto particolari condizioni fisiche, potessero subire un processo di annichilazione radiativa nel campo delle alte frequenze, fenomeno poi confermato sperimentalmente da altri e destinato ad avere importanti applicazioni diagnostiche nell’imaging molecolare in campo sanitario nella seconda metà del ‘900. Della paternità di questa geniale intuizione, presentata da Trafelli nel 19331, non è mai stata fatta menzione dai suoi contemporanei né in sedi nazionali nè internazionali, omissione laconicamente commentata dall’autore con le parole “Il tempo è galantuomo”2.
di Franco Valenti
L’Europa è in fibrillazione per la caduta del regime della famiglia Assad. Invece di partecipare attivamente alla soddisfazione per la fine di un regime sanguinario che, in circa 60 anni di potere assoluto, ha martirizzato decine di migliaia di cittadini inermi – ritenuti oppositori politici magari solo per una innocente critica al regime – ora trova il modo di bloccare i riconoscimenti di protezione internazionale ai profughi siriani la cui pratica è ancora in corso, per rispedirli subito in Siria, insieme agli eventuali nuovi malcapitati che stanno per arrivare o che stanno decidendo di partire.
Attraverso il movimento islamista Hay’at Tahrir al-Sham, la Turchia coglie due obiettivi: Erdogan può rispedire indietro tre milioni di siriani trattenuti nei campi profughi senza servizi e impossibilitati a regolare la propria posizione, mentre l’Europa gli promette un ulteriore miliardo per aiutarlo a rimpatriarli e a contenere eventuali siriani in uscita dal suo Paese. Così, il “sultano” può continuare a chiudere – qualche volta ad aprire “ad arte” – i flussi migratori a suon di miliardi. E l’Europa, per le vie brevi – troppo brevi – può fare persino a meno di considerare lo status dei sopraggiunti. Dichiarazioni, in tal senso, sono state udite dalle nostre orecchie, da subito, in Germania, Danimarca e Italia.
di Severino Dianich, in "Settimana News" del 13 marzo 2025
Rumore sempre più intenso e diffuso, sempre più cupo e minaccioso, dello stoccaggio delle armi, da stipare fino a colmarne i magazzini e riempire di cifre iperboliche, nell’ufficio accanto, le fatture delle aziende che le producono e delle agenzie che organizzano il commercio delle armi.
Ci si riarma freneticamente dovunque, in tutte le nazioni, con la pretesa, come fa la Polonia, di avere a disposizione anche le bombe atomiche. Affrettatevi, investite il vostro denaro nelle azioni delle imprese che fabbricano e vendono le armi! Produrranno massacri in qualche parte della terra, ma in compenso il portafoglio degli investimenti vedrà crescere a vista d’occhio l’ammontare degli utili.
Mi viene da domandarmi anche quale trucco i ministri che firmano i decreti del riarmo e i parlamentari che votano le leggi relative, hanno già messo in atto perché, arrivato il momento, i loro figli non siano inviati al fronte.
di Vittorio Borraccetti, in "Il Mattino di Padova" di venerdì 21 marzo 2025
La riforma costituzionale in discussione al Parlamento riguarda l’ordinamento della magistratura. Il suo scopo non è tanto la separazione delle carriere di giudici e pubblici ministeri. Se questo fosse stato, la maggioranza di governo avrebbe potuto conseguirlo agevolmente con un disegno di legge ordinaria, senza toccare la Costituzione, secondo le indicazioni dalla Corte costituzionale in due sentenze del 2000 e 2002.
La separazione delle carriere mira invece allo scardinamento dell’attuale assetto costituzionale della magistratura e al controllo del pubblico ministero. Quello che non si vuole è il pubblico ministero indipendente nell’indagine e nell’esercizio dell’azione penale obbligatoria, che è una condizione dell’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge. La separazione darà vita a un ordine autonomo di pubblici ministeri, titolari del potere di indagine e di iniziativa penale, senza più riferimento alla giurisdizione nel suo insieme, quindi fatalmente destinato a trovare un riferimento nel potere politico oppure a essere limitato nel potere di indagine e di iniziativa penale.
di Maurizio Ambrosini in "Avvenire" del 13 febbraio 2025
Bisogna partire da un dato: a dispetto delle vibranti campagne in difesa dei confini, gli immigrati servono. Sta accadendo in tutta Europa, anche perché dai Paesi dell’Est integrati nell’Ue (Polonia, Romania, Bulgaria...) ormai non ne arrivano più, o comunque non a sufficienza.
La contraddizione tra politiche dichiarate, all’insegna di slogan contro l’invasione, e politiche praticate, che invece hanno riaperto agli ingressi per lavoro, diventa particolarmente stridente nel caso italiano.
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Femminismo terrone, per un’alleanza dei margini
di Claudia Fauzia e Valentina Amenta
TLON 2024
Pace
di Arianna Arisi Rota
Il Mulino 2024
Il suicidio di Israele
di Anna Foa
Laterza 2024