di Mara Rumiz
Emergency si racconta attraverso tre mostre, molto diverse tra loro, che si possono visitare fino al 10 gennaio, tutti i giorni dalle 11 alle 17, tranne il 24,25, 26, 31 dicembre e 1, 6 gennaio presso la sede di Emergency alla Giudecca.
La prima, Scandalosamente bello. Il Centro di Chirurgia Pediatrica di Entebbe, presenta - attraverso le fotografie di Marcello Bonfanti, gli schizzi progettuali, i plastici, i campioni dei materiali utilizzati, i dati, le citazioni di Gino Strada e di Renzo Piano - il nuovo ospedale in Uganda progettato da Renzo Piano con la collaborazione di TAMassociati.
Il titolo non vuole assolutamente essere autocelebrativo e non rappresenta neppure un giudizio estetico ma ha un significato preciso. “Voglio un ospedale scandalosamente bello” questo il mandato che Gino Strada affidava ai progettisti: bello perché la bellezza è elemento fondamentale della cura e, tra l’altro, in quasi tutte le lingue africane, il bello è associato al buono; scandalosamente perché tanti pensano che, visto che gli Africani non hanno niente, gli aiuti sanitari possano limitarsi ai farmaci e agli interventi chirurgici. Certo, questi sono necessari ma anche l’Africa ha diritto all’eccellenza della medicina e delle strutture. I diritti o sono per tutti o sono privilegi, sosteneva Gino.
Il dolce tipico del Natale quest’anno avrà tutto un altro sapore: da sabato 4 a mercoledì 8 dicembre 2021 EMERGENCY sarà nelle piazze di tutta Italia con il “Panettone fatto per Bene”, realizzato in collaborazione con Tre Marie. Un modo per sostenere le attività umanitarie dell’organizzazione in Italia e nel mondo, dando il proprio contributo per garantire il diritto a cure gratuite e uguali per tutti.
Il panettone, del peso di 1 kg, è realizzato seguendo la tradizionale ricetta milanese, con una forma bassa e un impasto soffice arricchito con uvetta, scorzoni canditi di arance siciliane e cubetti di cedro Diamante che gli conferiscono un gusto ricco e pieno e un aroma agrumato.
Continuando la nostra riflessione sul "crollo del sistema giuridico europeo”, dello “Stato di diritto”, pubblichiamo l’articolo di Maurizio Ambrosini, pubblicato nell’ inserto del quotidiano Avvenire martedì 16 novembre u.s., dal significativo titolo Se questa è Europa... Una corona di filo spinato, "con immagini del filo spinato che è l’immagine oggi della Fortezza Europa", come scrive il direttore Marco Tarquinio nel suo editoriale di presentazione, che conclude “Se l’Europa è il finanziamento diretto o indiretto dei lager e dei negrieri di Libia. Se l’Europa è l’intrico balcanico di recinti, campi minati e miliziani picchiatori. Se l’Europa è i fucili spianati di Ceuta e Melilla. Se l’Europa è le 'giungle' di Calais. Se l’Europa sono gli eserciti schierati ai confini orientali e i poveri in mezzo. Se questa è l’Europa, l’Europa è imbelle, incrudelita e tradita. E noi non possiamo più dirci europei”.
Pubblichiamo l’articolo di Renato Sacco, consigliere nazionale di Pax Christi e redattore di Mosaico di pace, apparso su il Manifesto del 4 novembre 2021. Una denuncia forte e chiara di come attraverso le retoriche celebrazioni istituzionali si cerca di costruire l'identità di un popolo manipolando la memoria e i fatti.
Non strumentalizziamo il «milite ignoto» in questo 4 novembre per giustificare la guerra, ripudiata dalla Costituzione. Le «celebrazioni» piene di retorica di questi giorni purtroppo ne sono la conferma. E coinvolgeranno anche le scuole.
Ogni giorno Avvenire continua a pubblicare inchieste e denunce di azioni criminali verso rifugiati, profughi, che ormai si possono definire programmi e non semplici singoli atti. Per questo abbiamo prima dell’estate curato una rassegna stampa di articoli in particolare scritti da Nello Scavo anche come atto di solidarietà verso questo giornalista costretto a girare con la scorta. Intendiamo riprendere questa rassegna stampa, anche per il silenzio prevalente con pochi significativi casi degli altri giornali e delle televisioni, ma anche degli altri strumenti di informazione. Questa sostanziale amnesia ci coinvolge tutte e tutti. E questa volta non possiamo dire “non sapevamo”, non potevamo sapere.
La rivista del centro pace di Mirano "Sonja Slavik".
E' possibile ascoltare la lettura ad alta voce della rivista.
Quest'anno, durante il Tempo del Creato, la famiglia cristiana mondiale si riunisce attorno al tema: “Una casa per tutti? Rinnovare l'Oikos di Dio”. Oikos è la parola greca per "casa" o "famiglia". Il simbolo di quest'anno, la tenda di Abramo, rappresenta il nostro impegno a salvaguardare un luogo per tutti coloro che condividono la nostra casa comune, proprio come fece Abramo nel Libro della Genesi.
Uniamoci a Papa Francesco nell’alzare una voce unita per la giustizia ecologica e climatica, firmando e condividendo la petizione "Pianeta Sano, Persone Sane", che sarà presentata alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici. Stiamo cercando di ottenere almeno mezzo milione di firme. Aiutaci ad arrivare all’obiettivo.
di Mara Rumiz
Non mi è facile scrivere, e parlare, di Gino. È ancora troppo forte il dolore per la sua scomparsa e il dolore per me è doppio: ho perso contemporaneamente un grande uomo, che della cura alle vittime della guerra e della povertà aveva/ha fatto la sua ragione di vita, e l’amico con cui passare tante serate, con cui discutere, non solo di Emergency, su cui confidare.
Gino si era inventato Emergency nel 1994, intorno al tavolo della cucina, con la moglie Teresa, scomparsa prematuramente più di 10 anni fa, e alcuni amici, convinto che ci fosse la necessità di esserci laddove il bisogno di cure era più forte: non a caso il Rwanda fu il primo progetto dell’Associazione.
di Simone Morandini
La sostenibilità è diventata elemento qualificante del linguaggio della politica internazionale a partire dal rapporto presentato da Gro Bruntland alle Nazioni Unite nel 1987. Essa fa riferimento a una forma socioeconomica che consenta di soddisfare i bisogni della generazione presente senza pregiudicare analoga possibilità per quelle future. Si tratta di una prospettiva ormai spesso citata, ma che potrebbe anche essere interpretata in forma minimale e autoreferenziale, come un mero tentativo di prolungare il presente, garantendo a esso (e a noi e a chi con noi lo condivide) la possibilità di durare per un tempo lungo.
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