di Danny Castiglione, di Officina 31021
Si chiama The Game perché se riesci hai vinto, se perdi ci provi un’altra volta.
La chiamano proprio così la rotta balcanica: “The Game”. Le prove da superare: sentieri impervi, barriere di filo spinato, forze armate, polizia, manganelli, telecamere termiche e droni. Se le superi la salvezza, se ti fermi o l’inferno o la morte.
di Mara Rumiz
Voglio raccontare un progetto di cui noi di Emergency andiamo particolarmente orgogliosi: il Centro di Maternità ad Anabah, In Afghanistan.
Lo faccio qui, sulle pagine di Esodo, perché tale Centro è intitolato a una nostra concittadina: Valeria Solesin, vittima dell’attacco terroristico al Bataclan di Parigi il 13 novembre 2015 e perché, oltre ad essere un ospedale di eccellenza, è anche occasione di empowerment delle donne.
Segnaliamo un incontro, per il ciclo "Daltraparte", sul tema "Benedire l'amore?" organizzata dall’Associazione Culturale Casa Alta insieme al Giornale di Rodafà.
Sabato 17 aprile alle ore 18:30 in modalità online incontro con Donata Horak e Andrea Grillo, co-autori del libro “Le istituzioni ecclesiali alla prova del genere” edito da Edizioni San Paolo, per un confronto sul recente Responsum della Congregazione per la dottrina della Fede.
Le credenziali per partecipare all’incontro possono essere richieste via mail all’indirizzo
L'Associazione Lungo la rotta balcanica, con la voce di due suoi membri attivi sul campo, ci aiuta a comprendere quello che accade alle frontiere d'Europa.
Diego Saccora sta raccogliendo storie di vita dei migranti al confine tra Bosnia e Croazia.
Secondo le ultime statistiche dell'Unhcr in Bosnia Erzegovina sono presenti 8.500 persone, di cui circa 6.000 distribuite negli otto campi finanziati dall'Unione Europea nei pressi di Sarajevo, Mostar e nel cantone Una- Sana.
Esodo ha deciso di sostenere l'attività dell'Associazione "Lungo la Rotta Balcanica" che opera attivamente nella tragica situazione dei Balcani, con un contributo economico direttamente come Associazione e diffondendo la campagna di raccolta fondi promossa dal Tavolo comunità accoglienti di Venezia.
di Aldo Bodrato
Con dolore riceviamo la notizia della morte di Aldo Bodrato, collaboratore prezioso di Esodo: tutti i suoi articoli - prevalentemente biblici - erano di grande interesse e stimolavano non poco la nostra riflessione. Ne siamo colpiti anche se ci aveva annunciato il suo stato precario di salute e il suo progressivo declino. Oggi Aldo vive la sua Pasqua.
Pubblichiamo di seguito l'ultimo articolo scritto da Aldo per la rivista Esodo e pubblicato in Echi di Esodo del numero "E fu sera e fu mattina - la genesi tra fede e scienza (4/2020).
Fame e sete di Giustizia per donne e uomini di “buona volontà”; il Crocifisso chiama al dovere verso “i crocifissi di oggi nel loro calvario sulla rotta sahariana, asiatica, balcanica, centroamericana per trovarsi poi davanti a muri e fili spinati eretti dalle nazioni ricche. Migliaia sono torturati e le donne violentate nei lager libici. Condannati a morte nel Mediterraneo”.
di Carlo Beraldo
Un recente rapporto dell’Istituto nazionale di statistica (ISTAT), pubblicato nei primi giorni di marzo, ha offerto un esplicito quadro delle conseguenze che la grave crisi economica prodotta dalla pandemia e dalla connessa emergenza sanitaria ha determinato in Italia sulle condizioni di vita della popolazione residente. Tale Rapporto ha dato evidenza alla condizione di estrema povertà (che l’ISTAT chiama povertà assoluta) nella quale si trovano ben 5,6 milioni di persone, quindi il 9,4% dell’intera popolazione residente.
Pubblichiamo la presentazione della mostra multimediale online di Emergency, dal titolo "Un giorno qualunque. Storie che ricominciano in Italia", su chi nel nostro paese è ripartito da zero.
Huda è scappata dalla Siria sotto le bombe e oggi lavora in un ristorante popolare tra i canali di Venezia. Mamadou ha attraversato il Burkina Faso, il Niger e poi il deserto, fino alla Libia e all’arrivo in Italia e oggi è operatore in un centro SIPROIMI e attivista per i diritti dei rifugiati. M’barka, emigrata dalla Tunisia, credeva che non avrebbe mai più cantato, ma è finita per calcare i palcoscenici di tutto il mondo. Mercedes, dal Perù, lavorava come badante anche di notte, per poter studiare all’università di giorno ed oggi veste la divisa da infermiera.
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