Carlo Molari ha accompagnato il nostro lavoro di ricerca con amicizia, grande disponibilità all'ascolto paziente dei continui nostri interrogativi, a cui rispondeva aiutandoci a capire, valorizzando anche i nostri dubbi. Molti sono i suoi preziosi contributi nella rivista e negli incontri. Pubblichiamo un suo ricordo di Brunetto Salvarani, pubblicato su SettimanaNews il 20 febbraio 2022.
Carlo Molari
Alla metà degli anni Ottanta l’editrice Marietti ebbe l’idea di invitare dieci illustri teologi italiani a stendere delle testimonianze sul senso del loro lavoro, che finirono in un bel libro dal titolo Essere teologi oggi.
“Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti”. Così recita la terza parte del nostro credo, nella forma decisa dal concilio di Costantinopoli (381) con l’aggiunta occidentale del Filioque, “e dal Figlio”. La nostra domanda, tuttavia, non porta su questa famosa disputa fra chiesa ortodossa e chiesa cattolica romana. Vorremmo tracciare la via che conduce dalle prime apparizioni dello spirito di Dio nell’Antico Testamento fino alle formulazioni del nostro credo, dallo “spirito di Dio che aleggiava sulle acque” (Gn 1,2) allo Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio. In questa pagina possiamo solo accennare alle principali tappe di tale evoluzione.
di Fulvio Ferrario
La lettura di Bonhoeffer riesce sempre ad affascinare, soprattutto a motivo del talento del teologo per le formulazioni incisive e dell'intreccio assolutamente particolare tra teologia e biografia. Mentre però testi come Sequela (1937) o le lettere dal carcere (redatte tra il 1943 e il 1944 e pubblicate postume col titolo Resistenza e resa) si prestano a diversi livelli di lettura, compresi alcuni che non richiedono particolari conoscenze teologiche o storiche, l'Etica (che possediamo nella forma di manoscritti incompiuti, redatti tra il 1940 e i primi mesi del 1943) rivela la propria originalità e fecondità anche per l'oggi solo mediante un'analisi più complessa.
A Marghera la Natività ha trovato spazio nella moschea del centro islamico bengalese. Pubblichiamo un articolo di Romina Gobbo da Avvenire del 29 dicembre 2021.
Un piccolo presepe intagliato in legno è posato su un tappeto. Chi l’ha collocato lì deve aver pensato che, dopo tanta fatica, la Sacra Famiglia aveva il diritto di essere adagiata su qualcosa di morbido. Un’idea semplice, tenera, ma inconsueta. Perché quel tappeto è uno di quelli che servono per la preghiera islamica, e la cornice è il Centro islamico bengalese di Marghera (Venezia).
La Madonna, san Giuseppe e Gesù bambino sembrano trovarsi a loro agio, con alle spalle l’immagine della Kaaba (il cubo in pietra all’interno della Sacra Moschea che si trova alla Mecca, l’edificio più sacro dell’islam, ndr), e le parole del Corano.
di Clelia Degli Esposti
Gentile redazione di Esodo,
sono una socia dell’Osservatorio Interreligioso sulle violenze contro le donne (oivd) e mi sto occupando con altre socie e altre associazioni, degli abusi dei preti sulle religiose. Ho letto con interesse l’articolo/intervista di Giannino Piana “Pedofilia nella chiesa: "fare la verità"”. Dall’articolo mi sono resa conto di quanto sia difficile fare verità nella e sulla Chiesa e a questo scopo vorrei dare il mio contributo.
L’articolo parte dalla Chiesa francese e dal terremoto scatenato dal rapporto Sauvé, sottolineando il merito dei Vescovi francesi di avere ascoltato le sollecitazioni del Papa e di avere pubblicato i risultati.
Riprendiamo dal sito di Pax Cristi Italia il commento del Vescovo Giovanni Ricchiuti, Presidente Nazionale del Movimento, alla notizia che la Chiesa ha riconosciuto le virtù eroiche di don Tonino Bello, indicandolo come Venerabile.
Pax Christi tutta, che lo vide suo indimenticato presidente dal 1985 al 1993, è ricolma di gioia per questa bellissima notizia!
Grazie al Signore grazie a Papa Francesco, e grazie alla Congregazione dei Santi, nella persona del Prefetto il Card. Marcello Semeraro, per questo dono!
La sinodalità è stata la forma della chiesa sin dall’inizio. Questo Sinodo, indetto da Francesco Vescovo di Roma, è però una novità assoluta perché vuol essere un cammino con e di tutto il Popolo di Dio. Per questo Francesco parla di apertura di un nuovo processo sinodale. Manca quindi una tradizione cui riferirsi, manca una mentalità, un costume (dai Vescovi ai laici fedeli) che sono il prodotto di secoli di cristianità.
Lo sguardo storico è utile per capire quali sono gli ostacoli e quali i fattori positivi per avviare questo percorso.
Abbiamo chiesto di aiutarci in quest’analisi storica a don Angelo Favero, che è stato assistente della FUCI veneziana, preside, parroco. Lo ringraziamo anche perché ci fa partecipi della sua riflessione che pubblica anche nel suo "foglio" settimanale inviato alle sue amiche e ai suoi amici.
di Isabella Adinolfi
Voglio specchiarti sempre in tutta la figura,
mai cieco o troppo vecchio,
per sostenere la tua immagine vacillante e greve.
(R. M. Rilke, Libro d'ore)
Nel racconto biblico della creazione, ai versetti 26-28 del primo capitolo della Genesi, si legge: “E Dio disse: ‘Facciamo l’uomo a nostra immagine, secondo la nostra somiglianza, e abbia potere sui pesci del mare e sui volatili del cielo, sugli animali domestici su tutte le fiere della terra e sopra tutti i rettili che strisciano sulla terra’. E Dio creò l’uomo a sua immagine. A immagine di Dio lo creò. Maschio e femmina li creò”. Questi pochi versetti nella tradizione ebraica e cristiana hanno conosciuto una vastissima fortuna. Come intendere infatti il testo biblico? In cosa si somigliano Dio e l’uomo? Si è o si diviene simili a Dio?
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