La mia testimonianza di Luigi Trafelli, Albatros 2020
a cura di Franca e Carla Podo, Prefazione di Paolo Ricca
Nel numero 1 del 2019 della rivista Esodo ho recensito il primo libro pubblicato di Luigi Trafelli XX secolo dopo Cristo. Ubi Christianus? curato, come questo presentato ora, dalle pronipoti che hanno dedicato la loro preziosa opera di raccolta di scritti rinvenuti negli scaffali della biblioteca di famiglia. Trafelli (1881- 1942), matematico e fisico nettunese, coraggioso testimone del pacifismo durante la Grande Guerra, nel periodo della barbarie fascista e nazista, rimanendo emarginato dalla società e dalla cultura del tempo, si dedica a saggi storici filosofici e a studi sul cristianesimo, mostrando senza alcun compromesso un'elevata libertà spirituale, che sono ancor oggi un profondo attuale insegnamento. Significativo è che abbia dato come sottotitolo “Mein Kampf” alla sua “testimonianza”, con profonda e sottile ironia, indicando che la sua “battaglia” era caratterizzata da libertà e amore, in contrapposizione al libro di grande tragico successo in quel periodo di odio, di disumanizzazione e di totalitarismi.
Di grande attualità sono le riflessioni sul cristianesimo per quanto riguarda sia recenti studi esegetici che le analisi sulla crisi del cristianesimo storico, come pure l’esigenza posta da papa Francesco che il rinnovamento della Chiesa si fondi sul ritorno al Vangelo. Il centro della “battaglia spirituale”, articolata nei diversi capitoli, sta infatti nella metànoia, nella conversione a cui Gesù Cristo chiama costantemente in ogni gesto e parola fino alla morte, rovesciando tutti i valori mondani. I cristiani adattandosi al mondo hanno invece tradito il messaggio di Cristo della libertà di spirito, del pacifismo e della nonviolenza, fino all’amore per il nemico. L’affermazione ripetuta nel libro “io non sono cristiano” risulta una forte denuncia verso chi si qualifica “cristiano”, compiendo continuamente “il sacrilegio” “consumato nell’abuso del nome di Cristo”. Questo è il grande Equivoco: “ogni prassi conciliata col mondo è anticristiana” eppure in nome della vittoria del cristianesimo si è tradito Cristo. L’autore analizza i vari modi storici di questo abbandono di Cristo da parte della Chiesa, che ha imparato come “stare al mondo” adattandosi alla sua logica, alle sue convenienze.
Gesù Cristo non è quindi solo un Maestro di vita, l’umiltà, la povertà, il disinteresse verso ricchezza e potere spinto alla noncuranza assoluta di sé, la contrapposizione ai valori mondani, non sono valori etici, tensione a una perfezione umana, ma - questo mi sembra il punto decisivo - costituiscono il percorso esigente della unica “parola vera” Convertitevi, che sgorga dal profondo della coscienza umana in cui è “posta dall’Assoluto” del messaggio di Cristo. Umiltà e Amore hanno senso se portate alla perfezione dei Figli di Dio “perché appunto caratteristica dell’insegnamento di Gesù è l’Assoluto” Con umiltà, da non credente Trafelli ci insegna a contemplare come un purissimo al di là l’assoluto idealismo della Dottrina metanoica cristiana”, “assillati dalla passione ineffabile per la liberazione dello Spirito da ogni vincolo”.
a cura di Carlo Bolpin