XX secolo dopo Cristo. Ubi Christianus?
di Luigi Trafelli
a cura di Carla e Franca Podo
Albatros 2022
Di due libri scritti da Luigi Trafelli (1881-1942) abbiamo già pubblicato le recensioni in Esodo (gennaio-marzo 2019 e luglio-settembre 2021). Perché una nuova recensione? Almeno per tre validi motivi.
Innanzitutto è necessario far conoscere questa figura di “matematico, fisico, filosofo, pacifista della Grande Guerra”, emarginato dal fascismo e non solo. I suoi scritti, da lui pubblicati a sue spese con circolazione limitata, sono stati recuperati dal prezioso lavoro delle nipoti che ne curano la pubblicazione. Questa seconda edizione di un libro, di cui abbiamo già indicato l’importanza e l’attualità, è arricchito da notizie biografiche e bibliografiche che ci restituiscono pienamente un anticipatore non solo per gli innovativi studi scientifici, ma, soprattutto per i nostri interessi, della riflessione “umanistica” e cristiana attuale. Il primo motivo riguarda quindi la necessità di riflettere su com’è potuto accadere un periodo buio della nostra storia, che oggi si cerca di rimuovere e manipolare, in cui sono stati repressi personaggi come Trafelli. Averlo poi “dimenticato” come altri (penso a Bonaiuti) è stato causa del ritardo culturale ancora condizionante la nostra società e il cristianesimo, la Chiesa cattolica in cui noi siamo direttamente coinvolti.
Il secondo motivo è conseguente al primo. Le analisi contenute nel libro rimangono di piena attualità dopo più di cento anni. Leggerlo ci offre oggi un’occasione di profonda riflessione critica di fronte alle responsabilità come cristiani nelle situazioni di guerra che stiamo vivendo, senza sconti e alibi. Come scrive nella prefazione Paolo Ricca, il libro “non ci parla del passato” ma “ci chiama da un futuro” che il cristianesimo forse conoscerà.
Il terzo motivo per cui il libro va letto è la prefazione del teologo della Chiesa Valdese Paolo Ricca che attualizza il pensiero di Trafeli “un testimone di Cristo e del Vangelo”, pur “non essendo cristiano” perché prende sul serio, fino in fondo, l’insegnamento di Cristo, contrariamente a chi si definisce cristiano, ma non mette in pratica il suo messaggio. Ricca considera applicabile ai cristiani oggi, nei confronti in particolare della guerra in Ucraina in cui si combattono popoli della stessa confessione cristiana, il giudizio da parte di Trafelli come “anticristiano” del comportamento dei cristiani, a partire da Benedetto XV, che non ha detto “che la professione di cristiano era incompatibile con il dovere di soldato”, non ha mai fatto azioni concrete per la pace, perché ”se vuoi la pace, prepara la pace”. I cristiani, le Chiese cristiane continuano a non “fare la pace”.
Ricca riprende il titolo stesso del saggio: “Dov’è il cristiano?” interrogativo che evitiamo di farci, mentre chiediamo “dove c’è Dio” nelle terribili tragedie della storia e della vita. Non basta la “deplorazione della guerra”, la “retorica della pace”, “senza però far nulla di concreto per trasformare il Corpo di Cristo”, che le Chiese dicono di essere, in altrettanti corpi di pace disseminati tra le nazioni”. Occorre una “vera e propria conversione”, spirituale, culturale e pratica. “Si tratta, in sostanza, di trasformare ogni comunità cristiana, piccola o grande che sia, in un corpo di pace, cioè in un gruppo di uomini e donne che hanno imparato a esercitare la non violenza attiva, conoscendone tanto i fondamenti religiosi e spirituali, quanto le tecniche di attuazione, e che quindi, nelle situazioni di conflitto sempre risorgenti, sanno proporre delle alternative realmente praticabili alla violenza di ogni tipo, convertendo la violenza in forza, e sono disposti - questo sì - come dice l’apostolo Paolo, a "presentare i loro corpi - (non le loro anime!) - in sacrificio vivente, santo, gradito a Dio: questo è il vostro culto spirituale" (Romani 12,1).
Quanta ironia e facile accusa di utopia viene fatta su queste parole! Visti i risultati è più realistico “fare la guerra”? Auguriamoci che, se non l’intelligenza, la convenienza – visti appunto i risultati e le prospettive sempre più negative - facciano cambiare logica.
di Carlo Bolpin