Cose da maschi
di Alessandro Giammei
Einaudi 2023
Cose da maschi è un elenco ordinato di oggetti, simboli e strumenti che dovrebbero definire la “maschilità”. Che poi lo facciano, che queste cose siano effettivamente da maschi è tutto da vedere e verificare. Leggere il libro per sorridere e imparare. L’Autore, professore di Letteratura italiana all’università di Yale, negli Stati Uniti, dice che “hanno senso, le umane parole e le nostre cose, solo negli occhi, nelle orecchie di chi condivide con noi un certo codice”.
Gli oggetti sono raggruppati per analogia o luogo al quale si riferiscono: l’armadio, l’armeria, il potere, il corpo e la toilette. L’ultimo capitolo porta l’interessante titolo “Sullo steccato”, che si usa in inglese per dire di uno che è indeciso, né di qua né di là, né carne né pesce. In questo capitolo le cose sono tutte contrassegnate dalla lettera q, come queer. Ancora più esplicitamente si sottolinea come cercare di definire le cose crea ulteriori situazioni di confine, di limite, su cui qualcunǝ si trova, magari un po' scomodǝ, ma bene! Come l’orecchino che mette in evidenza una ferita, rendendola preziosa e bella.
Di ogni oggetto, Giammei racconta il significato socialmente condiviso a partire dall’esperienza personale di quell’oggetto, che intreccia con la storia, la storia dell’arte, la letteratura, ma anche l’attualità e la storia più recente, film, cartoni, serie tv, canzoni. Risalta l’assoluta importanza del contesto sociale e storico nel “qualificare” il genere cui appartiene l’oggetto, ma anche la classe sociale di riferimento, come la canottiera o la camicia. È evidente anche l’importanza del contesto nel condizionare in modo sessista il gioco deǝ bambinǝ, vedi il capitolo balocchi.
Cos’è allora la maschilità, l’essere maschi?
Non è l’universale neutro né il contrario di femminilità o di essere femmine.
Più volte Giammei sottolinea, citando la femminista afroamericana bell hooks che la parola “maschilità” ha molte lettere in comune con la parola “maschera”: “Quella di saper indossare una maschera è la prima lezione che la virilità patriarcale impartisce a un bambino. Ogni bimbo apprende che i suoi sentimenti più profondi non si possono esprimere se non collimano coi comportamenti contemplati da ciò che il sessismo definisce maschile. Incaricati di mettere in pratica gli ideali del patriarcato, ai ragazzi si chiede di rinunciare a se stessi. Così, imparano presto a tradirsi. E sono premiati per l’omicidio della propria anima”.
Bisogna aiutare i maschi a essere consapevoli di questa condizione per poter abitare meglio la propria maschilità, o meglio, come scrive Giammei, “per insegnargli a nuotarci”.
di Anna Urbani