10 miti su Israele
di Ilan Pappé
Tamu editore 2022
In tempi non sospetti, nel 2022, Tamu editore ha pubblicato la traduzione italiana di 10 miti su Israele, scritto nel 2017 da Ilan Pappé, storico ebreo israeliano che vive in Gran Bretagna. Pappé è tra i principali studiosi che criticano la storiografia israeliana ufficiale e che raccontano, se così si può dire, un’altra storia.
Il libro è organizzato in tre parti: “inganni del passato”, “inganni del presente” e “guardando al futuro”. Ognuno dei dieci capitoli spiega poi l’infondatezza dei miti, sulla scorta di fonti storiche che l’Autore riporta puntualmente alla fine.
Tra gli inganni del passato, troviamo quelli, in un certo senso speculari, di una terra senza un popolo e un popolo senza terra. Non è vero né che la Palestina non era abitata né che gli ebrei non avessero dei posti dove abitare. In merito al terzo inganno, sionismo ed Ebraismo sono la stessa cosa, Pappé racconta il rapporto tra i due come una relazione piuttosto travagliata. Il sionismo non è colonialismo è un mito difficile da sostenere vista la logica dell’eliminazione e della disumanizzazione che sottende le politiche di insediamento di Israele. Né è vero che i palestinesi lasciarono la terra volontariamente nel 1948: diversi studi hanno dimostrato che i palestinesi sono stati forzati ad andarsene, sia direttamente sia facendo loro terra bruciata intorno. Scrive Pappé che almeno riconoscere che si è trattato di pulizia etnica potrebbe essere un primo passo per una qualche forma di giustizia riparativa. Infine, la guerra del 1967 era una guerra “senza alternative”. L’Autore dimostra che si è fatto di tutto perché ci fosse la guerra perché Israele intendeva concludere quanto iniziato nel 1948, cioè soprattutto l’occupazione di Cisgiordania ma anche di Gaza.
Israele è l’unica democrazia del Medio Oriente è il primo inganno del presente: come è possibile che lo sia uno stato che pratica l’apartheid? Ne la mitologia di Oslo, Pappè spiega come Israele propose volutamente degli accordi di pace impossibili da realizzare per i palestinesi. Gaza rappresenta l’epitome della questione palestinese e ha una sua mitologia che si manifesta in alcuni aspetti e situazioni, per esempio dipingere Hamas come organizzazione terroristica, oppure il ritiro dell’esercito israeliano dalla Striscia come fattore di pace e non di intensificazione del controllo. Il ritiro serviva infatti a occupare la Cisgiordania e ha comportato l’aumento della tensione che ha portato alla cosiddetta guerra di autodifesa, che è stata (ed è) un genocidio incrementale.
Guardando al futuro, l’ultimo mito è la soluzione a due stati è l’unica soluzione possibile. Qui, come in altri passaggi Pappé si domanda come sia possibile sostenere una simile posizione nelle attuali condizioni ben evidenziate dalla cartina geografica che si trova all’inizio del libro: si andrebbe a creare un impossibile Stato palestinese frammentato e disperso in mezzo a Israele.
Si dice, si sa e si conviene che la questione palestinese sia molto complessa, ma ciò non ci esime dall’approfondire, studiare e cercare di capire le ragioni e soprattutto di conoscere la storia. Per questo vale la pena di leggere i 10 miti su Israele. Personalmente penso che la complessità non ci impedisca di sostenere ogni azione di pace, di dialogo e anche di resistenza.
di Anna Urbani