Il giro del mondo nell’Antropocene. Una mappa dell’umanità del futuro    
di Telmo Pievani  
Raffaello Cortina Editore 2022

L’ironia è un modo per contrastare il nichilismo per Telmo Pievani, docente di Filosofia delle scienze biologiche all’università di Padova e direttore di Pikaia, il portale italiano dell’evoluzione. 
Il finale di un precedente libro (Imperfezione. Una storia naturale, Raffaello Cortina Editore 2019) affermava come conclusione del saggio: “Come leggiamo nell’ispirata chiusa dell’Origine delle specie di Darwin, tutto sommato vi è qualcosa di grandioso nell’evoluzione, in questa meravigliosa avventura della vita che in tre miliardi e mezzo di anni ci ha portati dall’ameba a Donald Trump”. 
L’ex presidente degli Stati Uniti è personaggio anche del libro Il giro del mondo nell'Antropocene, scritto da Pievani con Mauro Varotto (docente di Geografia culturale all’Università di Padova). “Tronald Duck, vincitore per ben sei volte delle elezioni presidenziali, ha finanziato una crociera dei suoi compagni terrapiattisti e negazionisti climatici”. Per dimostrare che il disco piatto della terra finisce intendono affacciarsi sul bordo del mondo in Iperaustralia, dove vogliono arrivare dopo otto giorni dalla partenza. Lo scienziato Ian Fox accetta la sfida e scommette di fare il giro del mondo in otto giorni, dimostrando la sfericità della Terra, ripercorrendo i tracciati degli spostamenti delle prime popolazioni di Homo sapiens fuori dall’Africa e poi su tutti i continenti. Siamo nel 2872 a mille anni di distanza dal racconto di Jules Verne de Il giro del mondo in 80 giorni che ha per protagonista Phileas Fogg. Ora il viaggio viene fatto su un Jet a idrogeno, ma, nonostante i grandi progressi scientifici e tecnologici, rimangono ampiamente diffuse le radicate tradizioni identitarie, come le idee della terra piatta e la negazione del cambiamento climatico e delle responsabilità umane.

Il libro intreccia, in modo leggero e divulgativo mantenendo la rigorosità scientifica, la godibile narrazione del viaggio immaginario che ripercorre i percorsi delle diverse specie umane, la descrizione scientifica della situazione e delle problematiche dell’Antropocene. Mappe geografiche dettagliate, curate da Francesco Ferrarese, ci mostrano come saranno le diverse aree della terra tra 850 anni continuando le attuali tendenze climatiche, che porteranno, a causa dell’aumento della temperatura e della totale fusione delle calotte glaciali, a un innalzamento di 65 metri di quota di mari e oceani, con la perdita di oltre il 15% delle terre emerse. È questa una ipotesi scientifica intermedia rispetto alle previsioni degli scienziati. 
Da veneziano, con fatica ha guardato la cartina dell’Italia, in cui è scomparsa gran parte della pianura Padana. Si sa che tra non molto saranno superate le barriere del Mose. 
In ciascuna area, il geografo Mauro Varotto percorre i luoghi più significativi ed esemplari delle forti contraddizioni dell’Antropocene, scenari luminosi e luccicanti intrecciati con quelli disperati e disperanti: la ricchezza che produce immensa quantità di scarti e rifiuti; il moltiplicarsi dei “rifugiati climatici”; l’accumularsi di crisi dovute a eventi climatici estremi (siccità, carestie),  il calo di produttività del suolo, le crisi alimentari e sanitarie, l’aumento della popolazione, la diffusione di conflitti violenti e di guerre.

Le pagine di grande interesse, dedicate alla storia dei viaggi delle diverse specie umane, mostrano come le migrazioni “sono da sempre uno dei fattori che hanno consentito all’umanità di superare difficoltà […], di diffondersi su tutto il pianeta e di sopravvivere per così lungo tempo”. Grandi flussi migratori sono da sempre caratteristica della condizione umana. Scopo dichiarato del libro è contribuire alla presa di coscienza collettiva della nuova era geologica in cui siamo entrati: l’Antropocene “l’era in cui l’essere umano con le sue attività è riuscito a incidere in maniera determinante e spesso deleteria sugli equilibri della Terra”. Se la comunità scientifica internazionale riesce ormai a produrre monitoraggi, analisi e previsioni sempre più affidabili e precise sugli effetti delle attività umane e sugli scenari nei prossimi decenni, manca la consapevolezza di questa situazione e dell’azione necessaria per invertire la tendenza e avviare pratiche per “salvaguardare non tanto e non solo gli equilibri del pianeta, ma noi stessi".

Il “giro del mondo” raccontato nel libro è parte della sfida, partita da Padova, di “trasformare la conoscenza in consapevolezza” attraverso l’informazione di un pubblico sempre più vasto delle evidenze scientifiche acquisite da esperti e specialisti. Mai come ora ogni nostra scelta è "politica". 
Infine, traduco il finale in augurio. “La Terra è la nostra casa, e il fine ultimo della geografia è quello di renderla luogo di abitanti felici": e si sappia che “nessuno può essere felice da solo”. Come scritto nell’introduzione, i diversi viaggi intorno al mondo, presentati nel libro, sono caratterizzati dalla fiducia e dell’ottimismo invitando all’azione possibile da subito. Si può fare, ma abbiamo poco tempo. 

di Carlo Bolpin   

Telmo Pievani   
Il giro del mondo nell’Antropocene. Una mappa dell’umanità del futuro 
   
Raffaello Cortina Editore 2022, pp. 200, euro 22,00