Nomadland di Jessica Bruder, Edizioni Chichy 2020
Cosa fa un/una giornalista? Cos’è un libro di inchiesta? Per capirlo leggete Nomadland, Edizioni Clichy, Firenze 2020, scritto da Jessica Bruder.
La giornalista 37enne racconta la storia dei vandwellers, donne e uomini, in grandissima maggioranza bianchi, di diverse generazioni, che negli Stati Uniti hanno perso la casa e non hanno alcuna possibilità economica di trovarne un'altra. Cos’hanno fatto? Hanno deciso di trovare un altro tetto, trasformando camper, roulotte ma anche vecchi furgoni e pullman in abitazioni.
Bruder racconta in modo pacato, non usa parole forti, ma forse ancora di più per questo il suo libro suscita molte domande.
Sembra che ci siano degli aspetti positivi, vivere con poco, l'indispensabile, ma prepotenti emergono i risvolti negativi. I vandwellers sembrano nuovi personaggi di "alla conquista del West": una comunità, una subcultura, con i propri riti, i propri linguaggi e la propria storia. Sono esseri umani capaci di adattarsi (quasi) a tutto con determinazione e fantasia, ma sono anche per lo più persone di una certa età, costrette ad accettare lavori faticosi e pericolosi, pagati poco. L'essere nomadi consente loro di spostarsi dove il lavoro c'è, non avere una casa consente di pagare meno tasse, per lo meno in alcuni stati, ma il prezzo è altissimo. La fanno da padrone Amazon e la raccolta delle barbabietole.
La differenza la fa proprio l'autrice che per capire meglio cosa vuol dire vivere così decide di immergersi totalmente nel sistema. Compra lei stessa un van e comincia a girare l’America seguendo gli spostamenti dei vandewellers e ciò le consente di sperimentare su di sé da un lato come la cosa non sia affatto semplice e dall'altro come la differenza tra lei e "loro" resti comunque profonda, direi incolmabile: lei ha una casa dove tornare e il motivo per cui sta facendo tutto questo è molto diverso dai loro.
Dal libro è stato ricavato un film che ha vinto il Leone d’Oro all’ultima mostra internazionale cinematografica che non trasmette lo stesso tipo di informazione ed emozione. Forse per il tema, troppo complesso da rendere cinematograficamente, il libro fa apprezzare meglio le inevitabili sfumature che non possono essere trascurate se si desidera veramente provare a capire di cosa si tratta.
a cura di Anna Urbani