L’arte di legare le persone di Paolo Milone, Einaudi 2021
Non è cattivo chi lega, legare è faticoso.
E’ cattivo chi abbandona il paziente.
Paolo Milone, psichiatra che ha lavorato per 40 anni nella Salute Mentale di Genova, è l’autore di L'arte di legare le persone, uscito quest’anno per Einaudi. Il libro racconta la quotidianità del suo lavoro, nel territorio e in ospedale. E’ composto di brevi “quadri”, riuniti in alcuni capitoli nei quali vengono descritti i fatti (a volte anche molto forti, come suicidi o TSO), ma soprattutto le emozioni, le domande, l’interesse clinico per la cura del dolore mentale e di tutto ciò che lo accompagna in termini di qualità di vita e di relazioni. Risalta il fatto che queste emozioni e queste domande accompagnino sempre (e ogni volta come fosse la prima) il lavoro dello psichiatra.
Milone parla della sua città e del mare, come di un contesto che si prende cura di lui, come a dire che chi si cura degli altri ha a sua volta bisogno di spazi e momenti in cui prendersi cura di sé. In questo senso mi sembrano molto suggestive le parole che l’Autore dedica al mare e alla sua capacità di contenere, ascoltare e ridimensionare.
Cos’è la malattia della mente? Come la si può curare? Con quali e soprattutto quante risorse? E quando sei solo/a con i/le tuoi/e infermieri/e davanti a un paziente agitato e aggressivo, al quale hai fatto una, due, tre fiale di sedativo “maggiore” senza nessun beneficio e questa persona spacca tutto, rischiando di farsi e di fare male, cosa fai? Cosa fareste voi? Certo il titolo del libro può apparire provocatorio, ma basta sfogliare le prime pagine per capire quanto rispetto e anche affetto c’è nei medici e negli infermieri che si occupano di queste persone. E’ noto che la terapia è a volte considerata un’arte, oltre che una scienza; non è altrettanto noto che lo stesso valga anche per “legare” le persone.
Chissà, ho pensato, che effetto fa questo libro ai non addetti ai lavori, perché io mi ci sono molto ritrovata e, in alcuni passaggi, anche commossa.
a cura di Anna Urbani