Incontri. Memorie e prospettive della teologia femminista di Elisabeth Green e Cristina Simonelli, San Paolo 2019
Incontri, memorie e prospettive della teologia femminista, è uno dei volumi che inaugura la collana della casa editrice San Paolo intitolata suggestivamente “Exousia: ripensare la teologia in prospettiva di genere”, a cura del Coordinamento Teologhe Italiane. La parola Exousia significa “autorità”, “autorevolezza” e questo mi pare già un primo concetto centrale per un libro che parla di teologia delle donne, scritto da donne.
Il libro, come tutti quelli di questa collana, è scritto a quattro mani: Elisabeth Green, battista, e Cristina Simonelli, cattolica. Queste due teologhe hanno, assieme a una diversa appartenenza confessionale, un diverso modo di affrontare i temi legati all’essere donne in queste chiese e in questo tempo, ma condividono la stessa passione con cui pensano e propongono idee e ri-posizionamenti per tutte e tutti, teologi e non.
Il libro si compone di due parti e un interludio evangelico. Una prima parte affronta la memoria, cioè la storia del pensiero e della ricerca teologica delle donne, che “scoprono” tra l’altro di avere delle antenate; la seconda è dedicata alle prospettive. Proprio a partire da un punto di vista che per molti secoli è stato marginale, le donne propongono una ricerca teologica a partire da sé (metodo che dovrebbe però essere condiviso anche dagli uomini), e un più ampio discorso sulle chiese, su Dio, o meglio su come si dice Dio con parole umane: critico, insaturo, che deve sempre tenere conto della propria parzialità. Molte sono le sollecitazioni condensabili in parole nuove sempre legate a parole bibliche, ad esempio il concetto di “margine” (pp. 107-114). Molto utile è la ricca bibliografia posta alla fine del volume.
L’interludio è la narrazione dell’incontro di Maria ed Elisabetta, dal titolo “Il viaggio di Maria”. Il tema della visitazione, raffigurato e ripensato spesso, anche proprio dalle donne, riveste però qui un carattere molto particolare, diventando una specie di sintesi di ciò che fanno le donne: si mettono in viaggio, s’incontrano, si scambiano benedizioni, si riconoscono reciprocamente. Maria va a trovare Elisabetta; non ci sono né Zaccaria né Giuseppe, né servono altri uomini per render valido ciò che accade.
A cosa ci fa pensare il libro di Green e Simonelli? A me fa venire in mente il v. 12 del salmo 61 “Una parola ha detto Dio, due ne ho udite” e ogni possibile moltiplicazione di senso, di sguardo, di libertà che ci viene offerta dalle diverse prospettive della teologia, delle teologie.
a cura di Anna Urbani