Le grandi dimissioni. Il nuovo rifiuto del lavoro e il tempo di riprenderci la vita
Francesca Coin
Einaudi 2023
Tra le tante domande che rimangono senza risposta o ne hanno molte, ho spesso pensato a questa: cos’è il lavoro? Perché gli esseri umani (o almeno alcuni tra loro) devono lavorare? Per mangiare? Per guadagnare prestigio, identità, soldi? Perché lo ha stabilito Dio fin dal Principio? E che cosa è precisamente il lavoro oggi?
Trovo che a queste domande e decisamente a molto altro provi a rispondere Francesca Coin, sociologa, nel suo libro Le grandi dimissioni. Mi pare un libro provocatorio e stimolante, preoccupante e liberante. Come dice una delle persone di cui Coin racconta la storia: “Le tenebre a volte sono illuminanti”.
Il saggio racconta di coloro, e sono veramente tanti, che lasciano il lavoro, a qualunque titolo stiano lavorando e a qualunque età, e cerca di capirne le motivazioni. Lo fa approfondendo la situazione in diversi paesi del mondo – Stati Uniti, Europa, Cina e Italia – e in specifici settori: la sanità, la ristorazione e la grande distribuzione.
L’Autrice colloca la questione nel contesto storico attuale e intanto ci racconta come è cambiato il mondo del lavoro negli ultimi cinquant’anni. Ciò che valeva per i nostri genitori e per noi non vale più per i più giovani, e ancora meno per i nostri figli. Se una volta il lavoro serviva a pagare l’affitto, a dare una identità e un ruolo sociale, oggi per molte e molti non basta più a coprire le spese e in cambio si prende la vita: da una parte lo sfruttamento, dall’altra i datori di lavoro che si aspettano anche un grazie. Coin descrive bene come nel tempo si sia creato un “disallineamento” tra ciò che è considerato importante dai lavoratori e ciò che è considerato importante dai datori di lavoro.
Non poteva mancare un intero capitolo dedicato alle donne e alle maggiori discriminazioni che vivono: pensiamo alla conciliazione tempo di cura e tempo di lavoro, che pare continuare o tornare a essere una questione tutta femminile.
L’invito è cogliere l’aspetto strutturale di questo diffuso malessere sociale che coinvolge uomini e donne, giovani e anziani, con diversi titoli di studio, e a farlo diventare occasione di cambiamento collettivo, perché tutti e tutte possano fermarsi ad assaporare la vita e il suo profumo (bellissimo il racconto del movimento cinese Tang ping – letteralmente «stare sdraiati»). Finisco anch’io con le ultime parole del libro: «Come ripete il Collettivo di Fabbrica Gkn: il cielo è l’unico limite. Tutto il resto è possibile. Insieme».
di Anna Urbani