Dalla strada arriva il profumo del pane, Diario del Covid 19 di Riccardo Maccioni, Edizioni Ares 2020
Ho letto in questi giorni, attorno a Ferragosto, l’ebook Dalla strada arriva il profumo del pane, Diario del Covid 19, Edizioni Ares 2020, di Riccardo Maccioni, giornalista e caporedattore del giornale Avvenire, per il quale si occupa di informazione religiosa. E’ nato a Torino, ma vive attualmente a Milano.
Il libro raccoglie i testi da lui pubblicati giorno per giorno su Facebook, dal 7 marzo al 5 maggio di questo 2020. Ho dovuto e potuto così ripercorrere in questa estate, anch’essa caratterizzata da numeri di persone definite “contagi, guariti e, purtroppo, morti”, i terribili giorni del lockdown.
L’Autore racconta quei momenti in modo limpido, pacato ed efficace, dando voce a pensieri ed emozioni che abbiamo tutti provato ma che forse non abbiamo saputo esprimere, facendoci riscoprire gli aspetti sensoriali della vita quotidiana (la luce, il silenzio, il profumo, gli sguardi), ma anche i contrasti e le domande a volte drammatiche, spesso senza risposta, che hanno caratterizzato quelle settimane. Cosa è “necessario”? Cosa è “superfluo”? Perché il dolore? E, soprattutto, quando finirà? L’Autore ricerca storie di tutte e tutti, in particolare dei morti e degli operatori sanitari che si sono spesi senza risparmio nell’aiutare e curare malati e moribondi, mettendo a rischio anche la loro stessa vita, e i tanti piccoli esempi di solidarietà creativa.
Filo conduttore è la riflessione sull’umanità nei suoi aspetti di fragilità ma anche di possibile fraternità.
Nel continuo ripetersi di giornate “uguali”, di domeniche uguali a lunedì, Riccardo Maccioni tiene invece a marcare la possibilità della differenza individuando tempi della vita ma anche quelli della fede, come la preghiera o i tempi liturgici, la lunga Quaresima e la Pasqua.
Uno spunto originale che non potevo non cogliere con simpatia sono le riflessioni “al femminile” dell’8 marzo: un elenco plurale al positivo e al negativo di tante parole di genere femminile collegate alla pandemia (ad esempio: da mani ad amuchina, da quarantena a guarigione e vita nuova!).
Penso che questo diario possa essere una sorta di “guida” per questo nostro tempo, presente e immediatamente futuro, ancora molto, troppo incerto. Ci ricorda, perché la memoria può spesso ingannare, che è proprio oggi che dobbiamo scrivere, cantare e pregare che siamo tutti sulla stessa barca che nessuno si salva da solo (cfr. 4/5/20).
a cura di Anna Urbani