La parola Dio di Gabriella Caramore, Einaudi 2019
L’autrice ha curato dal 1993 al 2018 la trasmissione di cultura religiosa di Rai Radio3 Uomini e Profeti, che ha costituito per tanti un'importante scuola di formazione e un modello di confronto tra esponenti di diverse culture e religioni. Tra i suoi numerosi saggi ricordiamo Croce e resurrezione (2018) con Maurizio Ciampa. Significativo è il suo contributo al nostro lavoro anche attraverso interventi pubblicati nella nostra rivista Esodo.
Il suo sito è www.gabriellacaramore.it
Il libro mette a tema la stessa parola "Dio". Analizza come il ripeterla rischia di farla risuonare come “campana vuota”, di renderla “sfibrata, svuotata di senso”. “Non c’è nessun’altra parola del linguaggio umano così maltrattata, macchiata, oltraggiata”. Lo sviluppo sociale e tecnologico, le visioni scientifiche e la nostra vita quotidiana possono fare a meno dell’ipotesi "Dio". Cercare un significato a questa parola non vale quindi più la pena? Indica ancora qualcosa di significativo?
«La posta in gioco», scrive l’autrice, è «capire se c’è un nucleo, un nervo che si possa salvare dentro questa parola […], se sia possibile farla ancora vibrare di quelle scintille che per secoli l’hanno tenuta in vita, ma senza aggirare il confronto con un’umanità radicalmente distante da quella che confidava pienamente in essa» (pp. 4-5).
«Interrogando la vita, ma anche le scienze, la poesia, la storia e le Scritture stesse», alle quali l’autrice dedica intense e ricche pagine, siamo invitati a capire come recuperare il senso di questa parola umana e quindi salvare Dio stesso.
Alla fine viene riproposta la questione posta da Martin Buber tra un Dio indeterminato, un Dio di ogni religione, un "Egli"e un "Tu" con cui si entra in colloquio faccia a faccia.
a cura di Carlo Bolpin
Gabriella Caramore, La parola Dio, Einaudi 2019, pp. 144, €12,00