Condividiamo le proposte della Rete italiana Pace e Disarmo (RiPD) per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e auspichiamo che vengano ascoltate e accolte.
La Rete italiana Pace e Disarmo ha sollecitato il Presidente del Consiglio Mario Draghi a un confronto, inviandogli nuovamente le “12 Proposte di pace e disarmo per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”, dopo le aperture a possibili destinazione “armate” dei fondi europei Next Generation EU.
Non possiamo accettare che le basi da cui far ripartire il nostro Paese siano anche armate e ancora una volta si privilegino gli interessi delle industrie belliche anziché affrontare con nuovi e più sensati strumenti le sfide epocali che abbiamo di fronte”, afferma Sergio Bassoli, coordinatore della Cabina di Regia della RiPD.
Rete Pace e Disarmo sottolinea come la produzione e il commercio delle armi abbia un enorme impatto sull’ambiente: continuare a prepararsi alla guerra, oltre alle incalcolabili perdite umane, significa gettare i semi per distruzioni ambientali che durano nel tempo. Ne consegue che la lotta al cambiamento climatico può avvenire solo rompendo la filiera bellica e che il lavoro per la Pace è anche un contributo al futuro ecologico.
"E' convinzione della RiPD che davvero le risorse messe in campo per il PNRR possano diventare un’occasione per realizzare politiche di “pace e disarmo” che prendano le mosse da linee di lavoro precise, concrete e realizzabili. Le linee guida che hanno portato alle 12 proposte della RiPD sono state; il superamento di una visione meramente nazionale della politica estera che invece dovrebbe guardare all’Europa come “potenza di pace”; la riconversione verso un’economia disarmata e sostenibile; la difesa civile non armata e nonviolenta come realizzazione vera del dettato costituzionale; il servizio civile universale come occasione di rafforzamento del senso di cittadinanza e difesa concreta delle persone; l’educazione alla pace, dall’infanzia all’Università, per costruire un futuro più giusto".