di Franco Ferrari
Il Sinodo dei vescovi dedicato alla ricerca di una nuova forma di Chiesa – il tema generale è: “Per una Chiesa sinodale: comunione, partecipazione, missione” -, ha iniziato in questi giorni i lavori della sua seconda sessione (2-27 ottobre).
Lo scopo di questo Sinodo, - che non riesce a scaldare i cuori di molta parte della Chiesa -, l’ha, ancora una volta, contestualizzato e definito nel suo obiettivo papa Francesco nel recente viaggio in Belgio. Ai vescovi e agli operatori pastorali ha detto: “I cambiamenti della nostra epoca e la crisi della fede che sperimentiamo in Occidente ci hanno spinto a ritornare all’essenziale, cioè al Vangelo, perché a tutti venga nuovamente annunciata la buona notizia che Gesù ha portato nel mondo, facendone risplendere tutta la bellezza.
E questo richiede il coraggio di una conversione ecclesiale, per avviare quelle trasformazioni pastorali che riguardano anche le consuetudini, i modelli, i linguaggi della fede, perché siano realmente a servizio dell’evangelizzazione. Il processo sinodale dev’essere un ritorno al Vangelo; non deve avere tra le priorità qualche riforma “alla moda”, ma chiedersi: come possiamo far arrivare il Vangelo in una società che non lo ascolta più o si è allontanata dalla fede?”. (28.9.2024)
Un percorso caratterizzato dalla complessità L’Instrumentum laboris per questa seconda sessione nell’Introduzione richiama opportunamente le tappe dei tre anni di cammino dal 2021 ad oggi.
Un fare memoria affinché non sfugga l’importanza dei vari passaggi: la grande consultazione del popolo di Dio, la sintesi dei risultati rilanciata alle 7 assemblee continentali, infine gli esiti di queste assemblee hanno fatto da base per scrivere il documento di lavoro della prima sessione del Sinodo tenuta nell’ottobre dello scorso anno.
Una circolarità comunicativa che ha messo in evidenza il radicamento della Chiesa in un un’ampia varietà di contesti ed inoltre, ha riportato in primo piano la diversità che caratterizza la cattolicità nei vari Continenti e ha fatto emergere le questioni urgenti (dal rapporto potere/autorità/partecipazione all’inculturazione, al ruolo della donna, alla riforma del Diritto canonico, agli abusi, …) per le quali il Popolo di Dio attende risposte e soluzioni.
Questo poter dire liberamente le cose come stanno ha suscitato grandi attese tra i fedeli, mettendo in un certo senso in difficoltà i meccanismi e la tempistica della Curia romana. La Relazione di Sintesi (RdS), votata dalla prima sessione del Sinodo, ha, infatti, consegnato al Vescovo di Roma e alla Chiesa un lungo elenco di “proposte” e di complesse “questioni da approfondire”.
Approfondimenti extra sinodali
L’aspetto più impegnativo è indubbiamente l’approfondimento delle “questioni” sulle quali i padri e le madri sinodali non hanno trovato un accordo o hanno avanzato proposte. Una mole di lavoro affidata a una complessa architettura di gruppi di studio composti da esperti e Pastori, che è stata impostata e viene coordinata, per espresso incarico del papa, dalla Segreteria generale del Sinodo.
Francesco, su indicazione della Segreteria generale, ha individuato dieci macro-temi attorno ai quali sono state raccolte molte delle questioni poste dalla RdS. Tra queste: la figura e i criteri di selezione dei vescovi; i criteri per affrontare le questioni dottrinali, pastorali ed etiche controverse (fine vita, identità di genere, LGBT,…); il servizio ai poveri e alle situazioni di marginalità; la recezione dei risultati del cammino ecumenico.
La questione del diaconato femminile è affidata al gruppo che si occuperà dei ministeri, mentre la richiesta di riforma dei Codici di diritto canonico (latino e orientale) è stata affidata ad una commissione ad hoc sotto la guida del Dicastero per i testi legislativi.
Sono invece scomparse dall’orizzonte le questioni relative al presbiterato (celibato, reinserimento dei preti sposati, ordinazione viri probati), tema al quale fanno riferimento sia le sintesi della consultazione, sia l’IL (B2, 9), sia la RdS (12 f, l), tra l’altro il Sinodo dell’Amazzonia si era già espresso sull’ordinazione dei viri probati. Anche della centrale questione liturgica, - molte le criticità segnalate con evidenza dalla consultazione -, presente in modo attenuato nella RdS (1c; 3l, m), non si trova traccia.
In questo ampio lavoro di ricognizione verranno coinvolti anche i Dicasteri della Curia, la Commissione teologica internazionale e la Pontificia commissione biblica. I dieci gruppi di studio individuati dovranno poi relazionare al papa entro il 25 giugno dell’anno prossimo.
I lavori dell’attuale sessione
La struttura dei lavori di questa seconda sessione riprende quella dello scorso anno, rafforzandone alcuni elementi. “Il Sinodo è anzitutto un tempo di preghiera”, ha detto il cardinale Grech nel presentare i lavori della sessione.
Un tempo caratterizzato da tre principali momenti diversi.
Il ritiro spirituale nei due giorni che precede l’inizio dei lavori; le meditazioni sono tenute, come lo scorso anno, dal p. Radcliffe, già Maestro generale dei Domenicani e da madre Angelini, già badessa del monastero benedettino di Viboldone. Il ritiro si concluderà con una veglia penitenziale durante la quale il papa, che la presiede, chiederà perdono “a nome di tutti i battezzati” per i peccati contro la pace, il creato, le donne, la povertà, la mancanza di ascolto reciproco nella Chiesa e per il peccato degli abusi.
La preghiera ecumenica organizzata in collaborazione con la Comunità di Taizé, che si terrà l’11 ottobre, data simbolo per ricordare l’apertura del Concilio Vaticano II. Infine, un ulteriore ritiro spirituale di una giornata prima della presentazione e votazione del Documento finale, probabilmente per smussare eventuali asprezze del confronto.
Si segnala poi la novità di quattro Forum teologico-pastorali aperti anche alla stampa e al pubblico. I temi saranno: la missione, il ruolo e l’autorità del vescovo, l’esercizio del Primato del papa e il Sinodo, le relazioni tra Chiesa locale e Chiesa universale.
L’Assemblea e il documento di lavoro
L’Assemblea è composta, per ovvi motivi, dagli stessi partecipanti dello scorso anno, ci sono state solo 26 sostituzioni dovute a ragioni di salute o a rinunce. Gli aventi diritto di voto sono 368 di cui 272 vescovi e 98 tra laici e religiosi, “testimoni del processo sinodale”, cioè che hanno partecipato in qualche modo al percorso di consultazione. Senza diritto di voto partecipano: 8 invitati speciali, tra i quali Luca Casarini di “Mediterranea Saving Humans” e fr. Alois della comunità di Taizé; 16 delegati fraterni, cioè delle Chiese non in comunione con Roma; 70 esperti.
I lavori dell’assemblea verteranno sul tema generalissimo “Come essere Chiesa sinodale missionaria” e saranno scanditi dalle quattro parti in cui è organizzato l’Instrumentum laboris. I Fondamenti, che ripropongono la comprensione della sinodalità maturata lungo tutto il percorso e data per acquisita dalla prima sessione. Le Relazioni (tra i fratelli, tra le Chiese, con il Signore) che sostengono, più delle strutture, la vitalità della Chiesa. I Percorsi per definire: i processi decisionali; le modalità del discernimento; l’acquisizione di una cultura della trasparenza, del rendicontare e del valutare. Infine, i Luoghi in cui si deve attuare la sinodalità: la Chiesa locale; il servizio di unità del Vescovo di Roma; i rapporti tra gli episcopati.
Un Sinodo (forse) insufficiente
La via imboccata non può che apparire ragionevole data la natura fondamentale e in alcuni casi fondativa delle questioni, ma invita a porsi alcuni interrogativi.
Se i gruppi di studio hanno mandato fino al giugno 2025, chi deciderà quali soluzioni adottare sulla base delle loro proposte? Forse una serie di sinodi tematici, oppure Bergoglio potrebbe decidere sulle questioni sulle quali vi sarà maggiore convergenza e rimandare le altre al suo successore, o ancora rimandare tutto a chi verrà dopo di lui.
La Chiesa, però, non sembra più poter attendere soluzioni calibrate sul lungo periodo. Thomas Reese, autorevole notista gesuita del “National Catholic Reporter”, ha annotato in proposito: “Nel frattempo, mi sento sul Titanic mentre l'equipaggio si incontra per parlare di come dovrebbero ascoltarsi a vicenda, milioni di cattolici se ne stanno andando”.
Tenendo conto delle “insufficienti” recezioni dei sinodi sulla famiglia e sull’Amazzonia forse non potrebbe essere fuori luogo ripensare all’ipotesi, che da tempo viene riproposta, di un nuovo concilio.
Nota
L’articolo appare in contemporanea anche nel sito del Circolo culturale “Il Borgo” di Parma.
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