di Giuseppe Tattara
Maria di Magdala è una tra le donne che seguono Gesù e il nome Maria è accompagnato da quello del luogo di origine. Questa Maria non è definita con riferimento a un uomo come altre volte succede nei vangeli (marito, padre ecc., Maria di…), quindi si presenta da subito come una donna indipendente in una società patriarcale.
Maria di Madgala è l’unica donna nominata in tutti i quattro vangeli (oltre a Maria madre di Gesù) e, quando si nominano più donne, occupa il primo posto; segue Gesù assieme ad altre due donne, Susanna e Giovanna, dall’inizio della sua attività in Galilea (Lc 8,2) fino alla crocifissione, alla sepoltura e alla resurrezione. I quattro vangeli sono concordi nel testimoniare la sua presenza in questi tre episodi, con l’eccezione di Giovanni che non narra della sepoltura.
Luca qualifica le donne che accompagnavano Gesù dicendo che lo seguivano e lo servivano per soggiungere che avevano abbandonato tutto. Servire ha il significato di testimoniare l’annuncio (la Cei traduce il verbo diakoneo con servire che è un significato molto impoverito del verbo greco; migliore la traduzione di Diodati: “le quali gli ministravano, sovvenendolo delle lor facoltà”. Il Lessico Greco del Nuovo Testamento scrive che questo verbo ha anche il significato di “provvedere ai servizi dell'amore cristiano, soprattutto quelli che aiutano i bisognosi”. L’evangelista usa l’imperfetto attivo greco per significare un’azione iniziata nel passato e che continua nel presente, quindi le donne lo testimoniano quando vengono redatti i vangeli o, forse meglio, le chiese che esse hanno fondato continuano a servirlo e testimoniarlo. Il vangelo apocrifo di Pietro chiama Maria Maddalena discepola.
In Mc 15,47, Mt 27,55 e Lc 23,49 si legge che Maria di Magdala è testimone oculare della crocifissione mentre né Marco né Matteo annoverano i discepoli tra i testimoni. I discepoli sono fuggiti e non più riapparsi, nascosti per paura dei capi dei sacerdoti mentre le donne presenziano ammutolite, perché vedono il maestro senza vita, e in lontananza, ottemperando a quanto prescritto perché donne.
L’elemento più importante tuttavia è la testimonianza della Pasqua: in Mc, 16,1-8 e Mt 28,2-10 sono le donne che vedono per prime il risorto e hanno l’incarico di dirlo ai discepoli che non credono loro e le scherniscono. In Gv 20,1-8 Maria Maddalena è l’unica donna testimone della resurrezione. Passa dal pianto alla gioia e all’annuncio: “Maria stava di fuori a piangere vicino al sepolcro... Gesù le disse “Maria!”… Essa voltandosi esclamò in ebraico “Rabbuni” che significa “Maestro”… e… corse ad annunziare ai discepoli “ho fatto esperienza del Signore”. Giovanni narrando del risorto parla di tre figure, Maria Maddalena, il discepolo amato e Pietro. Il discepolo amato arriva prima di Pietro che segue, e Maria Maddalena è l’unica figura che è incaricata da Gesù di trasmettere il messaggio (non il discepolo amato, né Pietro). Interessante a questo proposito il passaggio dal pianto all’annuncio e l’enfasi che Giovanni pone sul verbo vedere, “vide e credette”. Il verbo greco è horaó che significa "ho visto" ma anche "ho percepito", "ho fatto esperienza del Signore", come è stato tradotto poco sopra.
Luca tra gli evangelisti è quello che sminuisce maggiormente il ruolo di Maria Maddalena: in Lc 24,34 gli angeli non dicono alle donne “annunciate” però le donne annunciano egualmente, anche “senza mandato celeste” e questo apre la strada al commento non lusinghiero degli apostoli che parlano di “vaneggiamento” delle donne (Lc 24,11) e Pietro è chiamato a confermare l’annuncio dato dalle donne per renderlo credibile. Ha quindi un compito di supervisione (anche se secondo alcuni è un’aggiunta tardiva) mentre in Mt 28 le donne giocano un ruolo da protagoniste: ricevono un doppio incarico dalla figura celeste: “è risorto e dite”. Luca oltretutto, a completare il quadro al maschile, non parla della fuga dei discepoli e dà rilievo alla funzione di guida svolta da Pietro più di quanto non appaia negli altri vangeli: il risorto appare a Pietro per primo, Lc 24,34 e poi “tu [Pietro] quando sarai convertito conferma i tuoi fratelli” al 22,31. In questo contesto non fa meraviglia che diversi studiosi abbiano posto in secondo piano l’apparizione di Gesù alle donne al sepolcro vuoto e l’abbiano considerata un’aggiunta posteriore. Il risultato finale è il rovesciamento dei fatti che apre nelle parole di Paolo dove, nella prima ai Corinti, scrive che Gesù risorto si manifesta a Pietro e ai dodici, e non scrive nulla circa le donne (I Cor 15,5).
La primazia di Maria di Magdala è stata “taciuta” dalla Chiesa che, già dai primi secoli, ha gettato discredito sulla sua figura, ritratta, con un falso storico e interpretativo, come una peccatrice. La rappresentazione di Maria Maddalena come una prostituta iniziò dopo una serie di sermoni pasquali pronunciati nel 591 da Papa Gregorio I che mescolò Maria Maddalena con Maria di Betania (Luca 10,39) e l'ignota "donna peccatrice "che unge i piedi di Gesù (Luca 7,36–50), li asciuga con i suoi capelli (Gv 12,3-7).
La disputa sulla figura di Maria Maddalena è stata una delle controversie dottrinali degli anni che hanno preceduto la Riforma e alcuni leader protestanti hanno respinto l’interpretazione cattolica. L'identificazione di Maria Maddalena con Maria di Betania o con la peccatrice è stata infine esplicitamente ridiscussa dalla Chiesa cattolica nel 1969, dopo il Concilio Vaticano II. Tuttavia ancora oggi la riabilitazione è parziale, in quanto la Maddalena continua a venire associata con la penitenza, tanto che è dichiarata patrona di questo sacramento. Di cosa si sia pentita non è dato sapere.
Potremmo pensare alla Pasqua in un modo nuovo tenendo presente il ruolo che le donne hanno svolto nella vita di Gesù, nelle chiese delle origini, rapportandolo alla posizione di marginalità che esse hanno ricoperto e ricoprono oggi nella vita della chiesa. In questo campo sembra opportuno uscire dalle indecisioni e tentennamenti che continuano ad accompagnare i pronunciamenti del magistero nel terreno di genere, rifarsi al vangelo e accogliere con animo libero alcuni dei più significativi risultati del nostro tempo.