Il documento "Radicarsi nel nuovo" nasce da un gruppo ecumenico autoconvocato. Tra le persone che hanno fatto la prima stesura del documento compaiono membri di diverse chiese cristiane, ministri della chiesa cattolica e protestante.
In realtà tutte queste persone si conoscono già da tempo e si frequentano in diversi ambiti ecumenici. Alcuni fanno parte del Consiglio delle Chiese Cristiane di Milano (CCCM), altri ne hanno fatto parte, o animano cammini ecumenici di chiese locali, altri fanno parte di un movimento per la ospitalità eucaristica.
La convocazione è nata dal desiderio di parlarsi relativamente a ciò che il Covid aveva prodotto e sta ancora producendo, nelle nostre vite anche in termini di impatto spirituale.
Ma da subito abbiamo sentito il "desiderio" (notare che questa parole inusuale per documenti ecumenici compare più di una volta e di proposito) di individuare un bandolo, un principio, per un salto di qualità non solo personale ma anche sociale. E quindi il documento da subito ha cercato di parlare e impegnare le chiese (e dunque anche a noi stessi), ma anche la società, e il mondo della politica e dell'economia.
Volevamo uno strumento agile che evitasse la tentazione di dire troppo, ma anche non si accontentasse di parlare per slogan. Così abbiamo identificato cinque aree che a ben vedere hanno dei sottopunti non proprio secondari. Il documento vuole indicare una linea, ma vuole anche aprire un dibattito per un discorso sulla politica in cui il nostro sentimento di fede sia pregnante anche di termini di passione per la giustizia, la pace e la salvaguardia del creato. Abbiamo cominciato a studiare documenti scritti da altri (li si trova in bibliografia) e poi abbiamo deciso di cimentarci.
Un gruppo ha fatto la sintesi della discussione e di passo in passo, sempre in grande consonanza, siamo arrivati a questo risultato. Gli obiettivi sono molteplici. Provocare delle discussioni sull'argomento dentro le comunità locali di appartenenza. Verificare la possibilità che il CCCM possa farlo proprio. Incoraggiare le denominazioni a farne oggetto di approfondimento (la federazione nazionale della donne evangeliche, (FDEI) ad esempio, l'ha già fatto proprio), Ma anche avere occasione di parlarne con personaggi del mondo della politica presenti nelle istituzioni italiane e europee.
Questo non è un documento "prendere o lasciare". Ha un suo impianto di fondo, ma auspichiamo integrazioni, possibili allegati, qualche excursus...
L'ultimo suggerimento è quello aderire, se lo si ritiene utile, a livello personale, e poi farlo circolare nei propri ambienti e promuoverne la discussione in vista di adesioni di associazioni, comunità locali, assemblee di chiese ecc. A breve sarà disponibile un sito che potrà raccogliere le riflessioni che man mano si aggiungeranno. Sperando di aver reso un servizio utile vi auguro una buona lettura.
Massimo Aprile, pastore battista Milano
Per adesioni scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.