di Gianfranco Bonesso

Il Tavolo Comunità Accoglienti, da poco formatosi - di cui è parte l'associazione Esodo -, ha deciso di inviare una lettera alle Istituzioni del territorio veneziano (Prefetto, Sindaci, Ulss) per sottolineare la necessità che le istituzioni si occupino anche delle persone più fragili, dentro la situazione di emergenza che tutti viviamo per la pandemia.

Due ci sembravano le situazioni da porre all’attenzione.
Le decine di persone che vivono per strada e che non hanno una casa dove potersi proteggere e dove praticare le norme di prevenzione che ci sono richieste. Nonostante la disponibilità di alcuni servizi pubblici e del privato sociale, sono ancora troppe le persone senza casa che chiedono ospitalità e quindi chiediamo uno sforzo eccezionale per una situazione straordinaria, per cui nessuno sia costretto a dormire all’aperto. 
In secondo luogo ci pareva di dover sottolineare come non tutti (italiani e migranti) pur avendo un tetto sulla testa, abbiano le condizioni (di spazio, di servizi) per garantire una quarantena che effettivamente tuteli loro stessi e chi coabita con loro: questo vale per esempio per le comunità di accoglienza o altre situazioni a rischio.
Si tratta di un appello per esaminare la situazione, evidenziata da volontari e operatori; le soluzioni possono essere diverse: prosecuzione di interventi straordinari che si fanno d’inverno, strutture anche temporanee con possibilità di isolamento, ecc. Importante è che le istituzioni tengano in considerazione questi problemi, trovando soluzioni sostenibili e informando tutti su queste azioni. 
Nella stessa lettera invitiamo gli Enti a provvedere anche con la solidarietà alimentare, per cui hanno avuto i fondi dal Governo, senza distinzioni come la residenza, ma facendo riferimento al “qui e ora”, soccorrendo con buoni spesa tutti/e coloro che sono effettivamente qui, bloccati  in questo territorio, senza mezzi basilari per la sopravvivenza.
E’ da sottolineare che l’appello viene dai volontari, impegnati in interventi di aiuto e che non rinunciano a questo ruolo.

 

Il testo della lettera

Siamo un gruppo di persone impegnate, singolarmente o all’interno di associazioni e organizzazioni, nell’ambito dell’inclusione di persone fragili, in particolare migranti e persone senza dimora, che in queste settimane hanno promosso il Tavolo Comunità Accoglienti di Venezia. 
Questi mesi di emergenza sanitaria si stanno rivelando particolarmente complicati per queste persone, soprattutto perché costrette a rimanere a casa in contesti abitativi precari, di condivisione, o nei casi più complicati addirittura privi di abitazione.
Alla luce dei fenomeni che registriamo dalle nostre realtà siamo fortemente preoccupati sia per quanto riguarda i cittadini con cui siamo a contatto, ossia il rischio di esclusione, in termini di diritti e di salute, delle fasce più precarie dalle norme minime di prevenzione sanitaria e di accesso alle cure sanitarie, sia per ciò che un mancato intervento coordinato potrebbe comportare in termini di diffusione e contenimento del virus per l’intera popolazione a partire dagli operatori dei centri in cui operiamo. 
Desideriamo porre la vostra attenzione in particolare su due situazioni, rispetto alle quali crediamo che ciascuno di voi abbia specifiche responsabilità e possibilità di trovare idonee soluzioni. Per entrambe le situazioni servono azioni urgenti di prevenzione e tutela (per gli interessati e per la popolazione), come ci risulta abbiano fatto altri Enti Locali in emergenza, chi integrando i servizi esistenti, chi avviando nuove soluzioni di accoglienza modulate sull’emergenza.
Ci auguriamo che analoghi interventi siano in corso di attivazione anche da parte vostra, e vi chiediamo, essendo tutti noi volontari e associazioni impegnate nel campo dell’accoglienza e della tutela, di essere informati dei progetti e di essere ascoltati nel porre queste necessità urgenti.

1)         Persone prive di dimora che non hanno la possibilità di rispettare le norme di distanziamento sociale e che dovendosi necessariamente muovere per la città rischiano di contagiarsi e di contagiare altre persone. Ci risultano essere in questa condizione almeno 150 persone.

2)         Persone che alloggiano in strutture non idonee a una quarantena rigorosa ( centri di accoglienza, abitazioni condivise) perché vivono a stretto contatto con altri coabitanti che: a) potrebbero risultare positivi al test, b) potrebbero avere la necessità di effettuare la quarantena fiduciaria per qualsiasi ragione (non ultima il ritorno in Italia dai paesi di origine), e che per le ragioni intrinseche all’abitazione (stanze con più di due letti, non disponibilità di stanze “aggiuntive” a quelle normalmente abitate, spazi in comune condivisi come cucine, bagni, etc…), non sono in grado di rispettare i protocolli previsti per la quarantena.

Cogliamo anche l’occasione per esprimere il nostro disappunto per la scelta, a nostro avviso ingiustificata, operata da molti Enti Locali della Provincia, a partire dal Comune di Venezia, di prevedere il vincolo della residenza per l’erogazione dei cosiddetti “buoni spesa/solidarietà alimentare””; tale scelta ha di fatto escluso una fetta di persone realmente bisognose di tali misure assistenziali, o perché in qualità di richiedenti asilo sono esclusi normativamente dall’iscrizione anagrafica, o in quanto privi di uno stabile domicilio, come nel caso dei senza dimora e di molti migranti che per ragioni di lavoro si trovano temporaneamente nel territorio comunale. 
Auspichiamo che tale vincolo non venga riproposto qualora alle amministrazioni comunali fosse delegato il compito di gestire ulteriori risorse a contrasto delle difficoltà economiche generate dall’emergenza sanitaria. 
Ci rendiamo disponibili per un dialogo costruttivo in tempi stretti affinché ognuno di noi possa mettere in campo in modo coordinato le proprie competenze e disponibilità per meglio affrontare questo momento cruciale e alleviarne il suo impatto.

Venezia, 20 aprile 2020

Il Tavolo delle Comunità Accoglienti (al quale aderiscono: Associazione Esodo, Associazione Casa di Amadou, Associazione Di Casa, Refugees Welcome, Associazione Culturale Coro Voci dal Mondo, Mediterranea, Venezia; ANOLF Venezia, CGIL Venezia, CISL Venezia; Associazione CISM, Spinea; Associazione Karibù Onlus, Scorzè).